impietosamente. è davvero illeggibile.
scritto da chi ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo! :-(
bella storia trasversale sulla storia recente e sui destini della palestina
punto di vista fuori dal solito
bello
viaggiatrici, ricche, colte e intellettuali formano un gruppo che si riunisce saltuariamnete in un ottimo ristorante, ovvio. Le accumuna la Palestina e la menopausa. Della seconda, se l'autrice non l'avesse detto apertamente, non ne avrei saputo più di tanto, quando leggo un libro non mi piacciono "le istruzioni per l'uso"e la prima parte è completamente dedicata alle infanzie delle protagoniste per mezzo di storie carine ma frammentate.
Il motivo d'unione, la Palestina, della quale avrei voluto sentirne parlare con voce di donna vissuta in prima linea, ha uno spazio riservato all'èlite e se ne è data una spolverata zuccherosa, tipo la torta al cioccolato per il quarto compleanno.
Infine non mi ha soddisfatta.
Ho iniziato con "Sharon e mia suocera" e devo leggere "Se questa è vita. Suad Amiry con il suo spirito riesce a rendere accettabili nella vita ed a sdrammatizzare le situazione più complesse ed incresciose che si presentano ad un popolo prigioniero. Paese non certamente scevro da colpe, la Palestina, ma non è certo il popolo palestinese a dover reggere e pagare queste orrende responsabilità. Tutto questo è raccontato in modo lieve e spiritoso, tanto da far apparire le gravi malversazioni a cui queste persone sono quotidianamente sottoposte quasi facenti parte di una quotidianità sofferta, ma accettata ed affrontata con serenità. In questo libro viene alla luce con grande forza ciò che tiene legate queste Donne, il loro Paese. Hanno viaggiato per il il mondo, visto e assorbito altre culture per ritrovarsi poi tutte finalmente a Ramallah. E chi ha potuto vedere Ramallah ora meglio può comprendere la notevole forza di spirito che devono avere queste persone che amano così tanto la loro Terra.
...ContinuaSpassoso e tragico allo stesso tempo! Adoro il modo di scrivere di questa donna, come è capace di raccontare in modo ironico fatti e sentimenti spesso dolorosi e disumani.
"Devono essere stati i 40 anni di occupazione israeliana, un'occupazione traumatica, logorante, da esaurimento nervoso, a provocare la menopausa precoce della Palestina, a trasformare un'intera nazione, rendendola depressa, imprevedibile, spesso incapace di controllarsi, isterica, a tratti addirittura suicida".