nove geniali racconti.
uno più bello dell'altro, in un crescendo freddo di disperanza (la definizione la rubo a Mutis).
ogni riga una sentenza
andare oltre questo stile perfetto lo penso impossibile.
leggendolo riuscivo a capire come abbia dovuto scrivere pochissimo nella sua vita.
scendere sotto quello stile e livello non voleva.
di più e meglio forse era ed è impossibile.
grande come grandissimo è Salinger; non anticipo niente: da leggere !
Salinger ha la capacità di racchiudere in poche pagine di racconto dei potenziali romanzi. Al termine di ogni storia avrei voluto fosse andato avanti ma nonostante l'autoconclusione nessuno dei nove racconti mi ha lasciato con l'amaro in bocca. "Un giorno ideale per i pesci banana" è magistrale: il dialogo iniziale viene utilizzato per presentare il protagonista attraverso l'uso dello "show, don't tell" per proseguire in un climax di tensione fino all'ultima scena. Ho apprezzato molto anche "Teddy" (così come tutti gli altri racconti) per l'incredibile capacità di Salinger di mettersi nei panni dei bambini e farli parlare. Teddy, così come Esmé, i piccoli scout dell'uomo Ghignante, la figlia di Eloise, mostrano seppur in modo diverso la maniera di vedere il mondo che hanno i più piccoli. E Salinger, per scrivere con tanta maestria, deve aver tenuto in vita ed in gran conto il bambino che c'era in lui.
...ContinuaHo odiato, con quasi ogni fibra del mio essere di lettore, Il giovane Holden (riponete i sassi e i pomodori marci, ve ne prego).
Questo per chiarire quanto convinto sia il mio riformulato giudizio su Salinger dopo la lettura di questi nove bellissimi racconti.
C'è una freschezza, in questi sguardi sul mondo (quello americano e bianco a cavallo della Seconda Guerra Mondiale) che ho trovato distante anni luce dalla pedanteria dello Holden, così profondo e allo stesso tempo innocente, incarnato alla perfezione dai piccoli "portatori di verità" che prendono la parola, pagina dopo pagina, a cominciare da Esmé e Teddy.
Ma non è un paternalistico esercizio di ritorno a una fanciullezza da libro di scuola, quello che Salinger attua nei nove racconti: la complessità, gli angoli bui, le frustrazioni e l'orrore del mondo non sono mai taciuti, ma tramutati in immagini colorate, mai banali, vere macchine di pensiero.
Prendiamo, ad esempio, i pescibanana, prigionieri della propria voracità: una metafora dei sogni di gloria guerresca in cui molte giovani vittime si sono fatti carnefici? O il sollievo per la fine del conflitto, una fame di vita ritrovata che si scontra con un'impossibile brama di pace e significato?
Oppure il quadrante, infrangibile eppur rotto, dell'orologio del padre di Esmé, affettuosa corrispondente di un giovane soldato, cosa ci racconta? Che l'umorismo non salva nessuno, ma anzi si spezza in sarcasmo? Che un incontro bello e inaspettato, come un lampo, illumina lo squallore ma nulla può contro le più profonde incrinature di un cuore?
Domande, domande: questo mi lasciano i Nove racconti, nodi irrisolti e teneri che, all'improvviso, colpiscono alla tempia destra o fanno barcollare a bordo piscina, insieme alla voglia insopprimibile di ficcare le nostre emozioni, da veri poeti, anche in ciò che, all'apparenza, non ne ha.
...ContinuaPadri e maestri, io mi chiedo: «Che cos'è l'inferno?». Io affermo che è il tormento di non essere capaci d'amore. Cominciò a scriverci sotto il nome di Dostoevskij...