Impossibile da raccontare, "Opzioni" non sai bene nemmeno in che categoria inserirlo. In un viaggio spaziale di normale routine, Tom Mishkin ha un'avaria che solo un pezzo di ricambio può risolvere. Obbligato dunque ad un pit stop sul pianeta Harmonia II, la trama si disintegra fra voli pindarici, robot che fanno congetture di stampo filosofico, fenomeni più o meno da baraccone, illusioni, realtà irreali ma pur sempre reali perchè, in un mondo esploso, chi può dire cosa è normale e cosa no? E via di questo passo in dialoghi che risulteranno familiari a chi ha già praticato il genere con Douglas Adams.
Ci si perde, ci si ritrova, si intravede quel futuro che è già qui, ci si ritrova con sè stessi fra vecchi e nuovi dilemmi.
"- Se governassero la Terra come voi comandate la vostra nave, la navigazione dell'umanità sarebbe più tranquilla.
- Per carità - si schernì l'ufficiale con falsa modestia.
- Io seguo il regolamento, mi baso sul buonsenso, mitigo la giustizia con la comprensione, tratto tutti allo stesso modo senza badare alle differenze sociali imposte dal sistema."
E vi sembra poco? A dir poco rivoluzionario, per i tempi che corrono.
Mishkin toccò la testa della ragazza con gesto esplorativo. Poi, rapidamente, sollevò i due gusci e divise a metà il cranio. Estrasse dall'interno un circuito stampato. Scoprì subito il guasto e lo riparò con competenza professionale, annotando l'operazione sull'inventario incollato sopra l'emisfero sinistro del cranio.
Poi rimise a posto le due metà, badando bene che combaciassero perfettamente. La ragazza aprì gli occhi e si svegliò, guarita dal tic nervoso e dall'enuresi notturna.
Mishkin si avvicinò a una lunga fila di gente.
L'uomo all'estrema sinistra stava ascoltando una radio a transistor tenuta bassissima. Dopo un po', si voltò verso l'uomo alla sua destra sussurrando: «Si vive una sola volta. Passa parola.»
Dieci anni dopo "I fiori blu" e quattro anni prima della "Guida galattica per gli autostoppisti". Per questa ragione, sembra a tratti già letto, e in altre parti acerbo. Non fa ridere granché, ma si riprende molto bene sul finale.
Dolcetto o scherzetto ?
Solo Sheckley poteva scrivere un romanzo irriverente e strampalato dove tutto è il contrario di tutto e niente è come sembra...
Per chi ama i giochi di parole, i non-sense, le trame smozzicate, le varianti impazzite e, naturalmente, le opzioni di ogni genere.
Com'e' invecchiata male questa roba. E dire che una volta Sheckley mi piaceva.