mi ha fatto ricordare gli anni '70 . bello mi è piaciuto
Ho amato tanto il film - lo confesso visto all'epoca solo per la bella faccia (sempre all'epoca!) di Stefano Accorsi - e mi è rimasta nel cuore la storia di questo giovane anarchico bolognese dei nostri tempi.
Gli anni '70 in fondo non sono poi così lontani, così in questi giorni di disordine e anarchia, in questi giorni in cui sto leggendo la storia di Jules Bonnet un anarchico francese degli inizi del ventesimo secolo, in questi giorni in cui alla luce della sentenza di Perugia in cui gli Stati Uniti, dove ancora vige la pena di morte, ci vengono a fare lezione di Giustizia facendomi pensare immediatamente a Sacco e Vanzetti, ho cercato, e finalmente trovato, questa storia genuina e tragica di un anarchico di casa nostra, dei suoi sogni e della sua caduta.
Al di là delle proprie idee politiche, al di là di ogni convinzione morale, al di là di ogni idea sulla vicenda giuridica di Horst Fantazzini, restano le sue bellissime parole, pagine su pagine in cui si respira un'utopia vecchia come il mondo: quella di chi crede che gli uomini possano essere un giorno, su questa terra, tutti uguali.
Nella prima parte, dopo l'interessante introduzione di Franca Basaglia Ongaro circa il sistema carcerario in uso e la dolorosa lettera ai lettori di Anna Fantazzini, moglie di Horst, c'è la cronaca della tentata evasione dal carcere di Fossano ora per ora, pensiero per pensiero.
Segue la descrizione degli stessi fatti attraverso la pubblicazione degli articoli dei giornali dell'epoca, visti da chi stava fuori dal carcere.
Nella seconda parte, invece, Fantazzini narra il calvario seguito al suo ferimento e ai suoi continui trasferimenti da una parte all'altra dell'Italia senza tener conto della sua necessità di essere curato, degli affetti o dei diritti basilari di ogni essere umano; la sua è una dura e condivisibile condanna al sistema carcerario dell'epoca. Spero proprio che le cose, almeno da quel punto di vista siano cambiate, anche se i fati di cronaca degli ultimi anni, da Stefano Cucchi a Giuseppe Uva, lasciano pensare che forse siano cambiati gli articoli di legge ma non la realtà dei fatti.
http://www.horstfantazzini.net/
«Uno sbaglio e sarà finita... Finito cosa Horst?
È da tempo che è finito e tu lo sai, anche se continui a barare con te stesso. Sono anni che sogni ad occhi aperti un riscatto impossibile, che t'arrampichi sugli specchi, che rincorri una verginità morale irrimediabilmente perduta… Sì chi ti vuol bene dice che tutti i tuoi guai sono venuti da quella volta che t 'accusarono d'un reato che non avevi commesso. Fuggisti dal carcere poi… Sì, quando una condanna ingiusta (ma una società ingiusta può emettere condanne giuste?) ci piomba addosso, a volte il rifiuto di subire fisicamente un'ingiustizia è la più umana delle reazioni individuali. Ma quando una condanna scaturisce dall'interno di noi stessi, diventa estremamente difficile sopportarne il peso. Non sono certo le rapine fatte o non fatte a pesarti...»
Dei libri che metto in bacheca mi piace raccontare la storia - la mia storia con loro, ad essere precisi. Di questo, letto a 11 anni mentre mio padre era in carcere per i fatti di marzo (77, appunto), ricordo ben poco, se non confuse storie di evasioni, una precisa opzione anarchica, che mi rimase, e l`equivalenza che vi si affermava fra socialdemocrazia e nazismo, che fece scuotere la testa alla prof. di italiano quando la lesse nella mia appassionata recensione di allora (la grande prof. Zucchini, vecchia e serissima socialista, mi aveva moralmente obbligato a recensire tutto quel che leggevo, e chissa` dove sono finite quelle recensioni!).
...Continuaper un periodo sono stata la donna di un anarchico. poi l'uomo è passato e la donna è rimasta...un pò anarchica. è stato e "è ormai è fatta" un punto di vista diverso da chi vuole imporci il pensiero unico.
Il libro è scritto bene, scorre come un romanzo. la trama di questa autobiografia bè....... che dire, voler far passare un rapinatore anche se "gentile" come vittima della società!! ne passa acqua sotto i ponti. E cosa dovrebbero ditre allora, tutti gli altri padri di famiglia, che in quegl'anni, si sono sbattevano e che si sbattono tutt'ora per lavorare? sono coglioni? non hanno le palle? oppure viceversa è da veri duri alzarsi la mattina andare a lavorare, tornare la sera fare i calcoli di cosa ti puoi permettere e così via? non so giudicate voi!! E poi il fatto di coprire con la patina dell'anarchia, tutto ciò che è contro la legge!! ma dai è anacronistico. I veri anarchici, di fine 800' primi 900', non erano sempre a lamentarsi di questo e quell'altro. Agivano e basta senza pensare alle conseguenze.
Comunque se trovato nell'usato a poco prezzo da prendere se no lasciate stare.