Molto carino anche se sembrava non volesse mai partire
Questa caccia all’uomo snervante ma da metà libro in poi bello avvincente e continuavo a leggere per vedere come sarebbe andata a finire. Finale mozzafiato .
Abbandonato per la noia e la lentezza della storia, si vede che era uno dei primi libri dell'ex avvocato, peccato.
Noioso fino a metà, poi quando iniziano a scoprirsi i vari altarini di quanto successo a Indian Leap, la storia si fa più vivace e appassionante. Il finale mi è piaciuto, degno di un genio come Deaver.
Noioso, pieno di dettagli insignificanti e soprattutto di descrizioni che vorrebbero essere "hot" e invece rallentano il già misero racconto. Almeno una volta per capitolo ci dobbiamo sorbire la descrizione di un incesto e dei capezzoli di un personaggio femminile ...
Inoltre, il continuo cambio di narrazione sia nella scena che nel tempo (alcune descrizioni al presente, altre all'imperfetto e altre ancora al passato remoto) rendono la storia confusa oltre che noiosa. I personaggi sono tutti antipatici, indipendentemente dal loro stato mentale e l'unico che si salva è Emil, il bloodhound che insegue "a naso" Michael.
Follia e tempesta: sono queste le due parole chiave nelle quali si potrebbe, in modo assai sintetico, racchiudere i temi principali del romanzo. In una notte che si annuncia infernale (una pioggia torrenziale sta infatti per abbattersi sul New England) Michael Hrubek, psicopatico e schizofrenico, mette in atto uno stratagemma per evadere dal manicomio di Marsden dove è rinchiuso.
Hrubek è un uomo che non può di certo passare inosservato: una massa di muscoli e carne, un vero e proprio gigante, accusato di più stupri e per questo condannato. Eppure riesce ad eludere la sorveglianza, avventurandosi nella notte.
Nel frattempo, nella tranquilla Ridgeton, Lisbonne L'Auberget e il marito Owen stanno cercando di predisporre dei sacchi per arginare la prevista furia delle acque e proteggere la propria tenuta, quando la donna viene avvisata da un poliziotto della fuga di Michael.
Cos'hanno in comune due persone apparentemente distantissime? La spiegazione sembra essere tutta in una lettera dai toni deliranti che Hrubek ha mandato a Lisbonne, la donna che ha testimoniato contro di lui. C'è il sospetto che il pazzo abbia intenzione di percorrere l'ottantina di chilometri che lo separano da Ridgeton per compiere la sua vendetta.
Ma come può uno psicopatico, paranoide e con manie di persecuzione, riuscire ad arrivare da lei in una notte di tempesta, senza un mezzo di locomozione, convinto che dei "congiurati" stiano tramando alle sue spalle? E, soprattutto, è in grado di uccidere o si tratta di un innocuo "cucciolone" sedato dai tanti farmaci? In una notte in cui la natura si ribella e la tempesta infuria, le vicende di tutti i personaggi si intrecciano in un crescendo di tensione, che culmina in un finale inatteso.
Un racconto decisamente brillante, in cui la follia di Hrubek alterna spazi di apparente lucidità. Le sue fughe dalla realtà, paure, ricordi, si alternano alla ferrea volontà di perseguire l'"obiettivo finale".
E, al termine del racconto, ci si ritrova a pensare al fatto che spesso la follia è attorno a noi, ci tocca non soltanto con coloro che definiamo "pazzi", ma, molto più spesso, si manifesta nelle persone apparentemente normali. Vi consiglio di leggerlo se già non l'avete fatto, nonostante, non sia il Deaver che preferisco, sicuramente vi appassionerete alla vicenda, dato che Deaver ha saputo creare una storia avvincente, che cattura l'attenzione e sa anche far riflettere. :o)