E l’amore? Occorre lavarsi
Da questa sporcizia ereditaria
Dove i nostri pidocchi astrali
Continuano a spaparanzarsi
L’organo, l’organo che percuote il vento
La risacca del mare furioso
Sono come la melodia profonda
Di questo sogno sconcertante
Di Lei, di noi o di quest’anima
Che invitammo al banchetto
Voi diteci chi è l’ingannato
O Ispiratore delle infamie
Colei che dorme nel mio letto
E spartisce l’aria della mia camera
Può giocarsi a dadi sul tavolo
Il cielo stesso della mia mente
[Antonin Artaud, “Amore”, in “Tric Trac del cielo” (1923), “Poesie della crudeltà (1913-1935)”, trad. it. di Pasquale Di Palmo, Viterbo, Stampa Alternativa, p.121]
...ContinuaQuesto libro e questo autore sono stati scoperti da me tramite un alunno che all'esame di maturità ha introdotto il suo percorso con la lettura di una poesia di Artaud affascinandomi. Eè avvento cioè il contrario di ciò che avviene di solito: siamo noi insegnanti che di solito segnaliamo libri sperando che i nostri alunni li leggano. Il ragazzo mi ha regalato questo libro che ora è una dei miei preferiti per l'atmosfera surreale e angosciante ma nello stesso tempo vitalistica e ribellistica. Un percorso a mio giudizio simile a quello di Baudelaire ne "I fiori del male"
...Continuaora si sono schiusi dalle terre della morte
questi fiori che un lungo sforzo di sogni ha sparso
era sbiellato per gli elettroshock, era un eroe, era un visionario, era un intenso veggente, da leggere e rileggere