Il libro è una summa del Gek-pensiero, del suo modo di vedere e vivere le cose di tutti i giorni.
Descrive (in parte) gli spettacoli che porta in giro per l'italia e che sono poi il suo marchio di bellezza.
Nel libro racconta la sua visione, che è quella di un bambino, nel senso più puro del termine.
Gek per i suoi spettacoli usa una lavagna luminosa, attraverso la quale proietta su uno schermo le sue creazioni.
Gek usa l'acqua ed i colori, usa la sabbia, usa i pennelli. Tutto serve a creare la magia.
Con la sabbia crea panorami, scenografie che verranno poi usate nei modi più inaspettati, ogni entrata una sorpresa.
E poi crea volti (con la sabbia e con i colori), volti che nascono dalla mano destra, immediatamente cancellati dalla sinistra (eh sì, usa (gioca con!) entrambe le mani...) , in un continuo rincorrersi per cercare un sogno nuovo.
E poi le matite, e poi gli acquarelli, che si mescolano con il liquido contenuto nella vaschetta che sta poggiata sul tavolo luminoso...ed ecco nascere un prato!
Sagome di cartone che scorrono sui panorami suddetti, per lasciare - alla fine, dopo aver sorriso commossi - un messaggio antimilitarista.
Perchè lo spettacolo di Gek Tessaro non è fine a se stesso, perchè lui parla ai bambini - prima che agli adulti - e sa che i bambini comprendono i messaggi più importanti, basta saperli trasmettere.
E se lo osservi mentre crea tutto questo, se - per un attimo - distogli lo sguardo dallo schermo bianco e lo rivolgi a lui, lo vedi danzare (giuro! letteralmente!) lievemente, seguire il ritmo della musica, che è poi l'altra componente (fondamentale) dei suoi spettacoli.
L'espressione del volto è quella di un bambino che si diverte REALMENTE a GIOCARE.
E' un bambino che disegna il suono!
E un pò lo invidi... ma è un'invidida sana, che ti porta a chiedere a te stesso dove son finiti i tuoi sogni di allora.
Dove sono l'innocenza e la capacità di stupirti ancora e sempre...
Io ho avuto la fortuna di assistere ad un paio dei suoi spettacoli di "teatro disegnato" e, dopo essere entrato scettico (ovviamente parlo della prima volta, perchè la seconda avevo già la bava alla bocca), ne sono uscito folgorato.
Alla fine, ho raccolto la mascella e sono andato a ringraziarlo delle emozioni regalatemi.
Se dovesse capitare nella vostra città, andatelo a vedere!
Seguite il mio imperativo, per favore.
Chi ha dei figli, ce li porti senza indugio.
State loro vicini, durante lo spettacolo, non lasciateli soli, regalategli la vostra presenza e calore.
Abbracciateli.
Vi ringrazieranno per tutta la vita. Magari inconsciamente, ma lo faranno.
E saranno persone migliori da grandi.
Chiudo con un paio di brevi estratti dal libro.
" [...] Oggi sono un adulto e qualcosina, qua e là, l'ho imparata! Disegno ancora cavalli ma non lo faccio più per legittima difesa.
Lavoro coi bambini e tento di ricordarmi il disagio che si può provare a quell'età.
Tento perciò di misurarmi con loro solo dopo aver piegato le ginocchia per trovarmi così alla pari.
Non divento più piccolo per questo: a 60 centimetri da terra si muovono pianeti sconosciuti e inimmaginabili. "
" Racconto storie con il disegno e so che è un privilegio, perchè quello di raccontare è il mestiere più bello del mondo."
...Continua