Un libro molto bello per conoscere un’artista europeo nel senso più pieno della parola: nato nei Grigioni, un cantone certamente non opulento all’epoca, ai margini della cultura tedesca e latina, formatosi in scuole svizzere molto dure, diventato famoso grazie a Parigi, innamorato di Venezia e dell’arte etrusca. Giacometti è anche quello che si definirebbe un intellettuale, un filosofo che si esprime nel gesto delle mani. Il libro è un suo diario di appunti sparsi dove affronta di tutto, dalla passione per le prostitute e i caffè, alle malattie veneree e non, agli amici artisti, a critici e al significato del suo lavoro. Ed è un piacere immenso quando ritrovi tra le sue righe esattamente i tuoi pensieri stimolati dalle sue sculture: li capisci che una comunicazione è avvenuta, hai colto il significato dell’opera. E l’opera non è una, ma l’insieme del suo lavoro. Un lavoro che esprime insoddisfazione, indefinitezza, mancanza di traguardi, cambiamento costante, ricerca e movimento. In tutto questo si rivela la sua grandezza.
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