Splendido romanzo che mi ricorda ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, perché voglio così bene alla collana di fantascienza Urania.
Dietro il piccolo formato da edicola del 2009 ed un prezzo di copertina di 4 euro e 20, Jack McDevitt è una vera e propria scoperta, e lo si deve unicamente alla collana mondadoriana che lo ha tradotto in quattro occasioni.
Questo ‘Seeker’ è un titolo intermedio del ciclo dedicato al personaggio di Alex Benedict, un antiquario molto particolare in quanto reperisce i suoi pezzi più pregiati in missioni di archeologia spaziale.
Si legge come romanzo a sé stante, il titolo precedente ‘Polaris’ è semplicemente menzionato dall’io narrante Chase Kolpath, pilota e compagna di esplorazioni planetarie di Benedict, per cui non è necessario aver letto i titoli precedenti.
Vincitore dell’edizione 2006 del premio Nebula, ‘Seeker’ inizia in sordina con una cliente che conferisce a Benedict l’incarico di valutare e vendere una semplice tazza che riporta l’effigie dell’astronave che dà il nome al romanzo stesso.
La ‘Seeker’ e la ‘Bremerhaven’ sono due astronavi con cui una comunità di umani, agli albori dell’esplorazione spaziale circa novemila anni prima, ha lasciato la Terra ed il pesante clima politico sociale dei tempi andati, per fondare una colonia extraterrestre ispirata ai valori democratici e libertari.
Con il passare del tempo questo viaggio pionieristico è finito nella storia e poi nel mito senza lasciare alcuna notizia del suo esito.
Le prime cinquanta pagine stentano a decollare, ma poi l’indagine di Benedict sulla tazza diviene sempre più appassionata e tenace, acquisendo un ritmo crescente su cui si inseriscono anche elementi thriller.
Ed è la cura che McDevitt ci mette nell’illustrare i passaggi di quest’indagine a coinvolgerci trasportando il lettore da questa piccola tazza ad un finale che potrei definire epico.
Anche se a quest’ultimo l’autore aggiunge un epilogo riassuntivo che finisce per rovinare l’atmosfera della scoperta.
La traduzione comprende alcuni piccoli refusi ed anche un immancabile scambio tra congiuntivo e condizionale, ma la trama è così coinvolgente che ci si passa sopra senza pensieri.
Curiosa la biografia di McDevitt che inizia a scrivere ben oltre i quarant’anni, dopo aver fatto l’ufficiale di marina, il taxista, il doganiere e l’insegnante, ma ottenendo subito un certo successo grazie al tema dell’archeologia spaziale e al sempre affascinante incontro con le razze aliene, che non mancano nemmeno in questo ‘Seeker’.
Il prossimo appuntamento con questo autore è sempre sotto le insegne di Urania con il seguito intitolato ‘Echo’.
Alex Benedict è un antiquario di un lontano futuro in cui l'umanità ha colonizzato un bel pezzo della galassia, e Chase - l'io narrante - è la sua pilota. A dire il vero Alex è un antiquario alquanto avventuriero, sebbene non all'Indiana Jones, e quella di questo libro (ce n'è una serie, non so di quanti, ma non tradotti in italiano, a quanto ne so) è davvero una storia fantastica, avvincente e pure commovente. Mi sono davvero divertita tanto. Unico appunto: la prosa non è sempre lineare al punto che mi è sorto un sospetto di traduzione tagliata.
...ContinuaDa:
http://www.webalice.it/michele.castellano/FS_Fantasy/cosaleggo/Seeker.html
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Questo Seeker è non solo leggibilissimo, ben scritto e logicamente molto ben costruito, ma ha alle spalle la costruzione di una società del lontano futuro molto ben pensata. Il tema centrale di tutta la serie è l'archeologia spaziale, che permette all'autore di intervenire su fatti molto più vicini a noi, e dare la sua visione di come e di perchè la società umana ha fatto tutti gli errori che ha fatto
La struttura del romanzo è quella di un thriller, ma se anche questo è l'aspetto che lega la lettura fino al capitolo finale, quello che a me è piaciuto di più sono state le escursioni storiche sui millenni passati, che sono invece il nostro prossimo futuro.
Niente di sconvolgentemente nuovo, ma molta fantasia e molto buon senso. Chissà se i romanzi precedenti, o successivi, riescono a mantenere alta la freschezza del racconto, o non sono stato io semplicemente tradito dalla novità, che può poi divenire banale ripetizione.
Nel frattempo ho apprezzato il racconto.
Era da un pezzo che non leggevo un romanzo di fantascienza così buono. Personaggi con buon spessore, storia originale, odissea nello spazio e finale ben costruito. Poteva essere ben più lungo di così e non perderci nemmeno un pò; ne faranno un film entro cinque anni... accetto scommesse :-)
...Continua