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Purtroppo, questo ulteriore romanzo di Tommy & Tuppence mi ha un po' deluso, rispetto all’eccellenza del precedente.
In parte la cosa può essere dovuta ad una mia personale antipatia verso le storie con protagonisti anziani (qui Tommy & Tuppence sono ancora solo di mezza età, anche se ancora più avanti negli anni rispetto a “Quinta Colonna”; ma c’erano diversi personaggi realmente anziani, le vicende nascono da un ospizio).
Ma è proprio la trama a non “acchiappare”: per quasi tutto il romanzo, infatti, Tuppence è alle prese con una indagine molto vaga, nata dall’affermazione di una persona anziana probabilmente matta e da un quadro rappresentante un panorama che la protagonista afferma di aver visto dal vero; il marito Tommy, più razionale, non perde tempo su questi vaghi indizi (anche perché non si sa che cosa si sta indagando!) e solo quando le circostanze lo richiedono effettivamente inizia a riprendere il suo vecchio lavoro di investigatore (oltretutto ricevendo un piccolo aiuto stile “deus ex machina”, espediente in genere non gradito).
Da aggiungere una piccola delusione personale che ricavo già dal precedente libro: da ragazzo ho apprezzato questi libri con una simpatica coppia protagonista; ma non mi ero accorto che c’era un certo sbilanciamento, di simpatie dell’autrice, di protagonismo, di qualità verso la componente femminile della coppia; sarebbe più opportuno non parlare delle “avventure di Tommy & Tuppence”, ma delle “avventure di PRUDENCE COWLEY IN BERESFORD, DETTA TUPPENCE, … e tommy (e qualche altro maschio)” …
In chiusura dell’edizione Oscar Mondadori è presente una chicca, però: una lunga postfazione che fa una dissertazione psicoanalitica dell’opera, unendola con molti altri elementi tratti da altre opere e dalla biografia della Christie; forse un trattato un po' troppo specialistico, ma che svela delle cose interessanti; e che ritorna proprio sul contrasto maschio-conservatore/femmina-intraprendente e avventurosa, e su come il finale del libro mette proprio a posto questo aspetto …
Niente di particolare. Si notano i tipici elementi che mette in campo la Christie ma c'è poca tensione rispetto ai suoi normali canoni ed in alcune parti annoia un po'. L'intreccio è anche un po' troppo forzato,poco convincente. La coppia Tuppance- Tommy è però simpatica.
...ContinuaCoppia simpatica di investigatori...ma poco altro
«Voglio dire, i ladri ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Adesso sono meglio organizzati di un tempo e fanno le cose in grande stile, ma non sono pericolosi. Voglio dire, non ti terrorizzano come l’altra faccenda. Come si fa a guardarsi da un pericolo vago, indefinito?»
Tommy e Tuppence, già estemporanei agenti segreti, nella tranquilla mezza età (la Christie ha dovuto richiamarli in servizio a furor di lettori) s’imbattono in un mistero che riaccende le emozioni del passato. L’intreccio si definisce man mano: all’inizio non è neppure chiaro su che cosa la curiosa Tuppence stia indagando. Pur coinvolgendo un’organizzazione criminale specializzata in rapine ad alto rendimento, la storia è soprattutto un giallo psicologico, in cui i due investigatori per diletto devono interpretare un’atmosfera inquietante, una paura che colpisce le persone coinvolte in una vicenda dai contorni confusi ma certamente malvagia. E in cui il pericolo maggiore sono le apparenze: la rivelazione finale è letteralmente caduta del velo e scoperta che talvolta è possibile trovare risposte giuste alle domande sbagliate.
...ContinuaNon conoscevo questa coppia di investigatori...penso cercheró le loro altre avventure, anche se non credo che questo sia il miglio libro di Agatha.