Fedele testimone dell'esperienza che Orwell condusse a Parigi e Londra sul finire degli anni venti, quest'opera fornisce un colpo d'occhio straordinario sul complesso mondo della povertà, sulle sue particolarità e contraddizioni, su di un universo che spesso sfiorano con lo sguardo senza saperlo anche cogliere con il cuore. Sarcastico, cinico, bellissimo.
...ContinuaIn questo libro seguiamo George Orwell in una vera e propria discesa all'inferno, peggiore di quella del suo celeberrimo "1984" perché ha la crudezza tipica della realtà, che la fantasia raramente riesce a eguagliare. L'autore ci parla infatti degli anni di povertà trascorsi tra Parigi e Londra lavorando nelle cucine di alcuni alberghi e ristoranti, in mezzo alla fatica e alla sporcizia degli ultimi. Un romanzo che riesce ad essere intenso nonostante la scrittura asciutta e priva di fronzoli di Orwell, e che non ha nulla da invidiare ai suoi romanzi più noti. di Orwell, ormai l'ho capito, va letto tutto!
...ContinuaPer la strada il nostro sguardo nemmeno si sofferma su mendicanti e senzatetto. Non li vediamo, non li consideriamo. Disturbano. Sporcano. Puzzano. Forse ci fanno anche un po' paura.
Non ci chiediamo chi siano, come siano arrivati a quel livello di degradazione, come sopravvivano.
“Il primo contatto con la miseria è un fatto curioso. Ci avete pensato tanto, alla miseria: l’avete temuta tutta la vita, sapevate che prima o poi vi sarebbe piovuta addosso; ma in realtà tutto è totalmente, prosaicamente diverso. V’immaginavate che fosse una cosa semplicissima, e invece è quanto mai complicata. V’immaginavate che sarebbe stata terribile, ma è soltanto squallida e noiosa. Innanzitutto scoprite l’abiezione della miseria, gli espedienti ai quali vi costringe, le complicate meschinità, le pitoccherie. E poi ci sono i pasti, che rappresentano la difficoltà maggiore. Scoprite che cosa vuol dire avere fame. Scoprite il tedio, che è compagno inseparabile della miseria. Scoprite che quando un uomo va avanti una settimana a pane e margarina non è più un uomo; è solo un ventre con qualche organo accessorio”
Dicono che sapere che qualcuno sta peggio di noi ci faccia stare un po' meglio. Collocare fuori da noi la cattiveria e la miseria ci autorizza a puntare il dito su di “loro”, sugli altri, sulle cose brutte che succedono quotidianamente e che non sentiamo come nostre.
"Senza un soldo a Parigi e a Londra", primo libro scritto da Orwell, racconta la sua esperienza di miseria a Parigi e a Londra, mentre faceva lavori umili come il lavapiatti o lo sguattero. Il libro è un semplice racconto di fatti, non tenta di offrire soluzioni, non vuole suggerire nulla.
"Perché i mendicanti sono disprezzati? Io credo che dipenda semplicemente dal fatto che non riescono a guadagnare abbastanza per vivere decorosamente. In pratica a nessuno importa se un lavoro è utile o inutile, produttivo o parassitico; l'unica cosa richiesta è che sia redditizio. Quale altro significato c'è in tutte le chiacchiere moderne sull'energia, l'efficienza, l'utilità sociale e il resto, se non: «Fa' quattrini, falli legalmente, fanne un mucchio»? Il denaro è diventato il banco di prova del valore. In questa prova i mendicanti falliscono, e per questo sono disprezzati."
Dopo avere letto il libro su un tram ho notato un mendicante, uno di quelli imbottiti di abiti e con un sacchetto pieno di strane e vecchie cose. Per la prima volta l'ho guardato meglio, ho provato a immaginare a ciò che pensasse, a come vivesse, a quali fossero le sue speranze. E' servito a qualcosa? Probabilmente no. Forse è cambiata solo la mia sensibilità verso questi individui sfortunati.
Orwell parla pure di ristoranti. Nei tempi di Cracco e Masterchef toglie parecchia poesia nei confronti dei piatti da gran gourmet e fa sorridere (mica tanto...) :
"Più si paga un piatto, più sudore e sputo bisogna mangiare"
In altre parole, più il ristorante è sofisticato e altolocato e più mani (e altro) finiscono nel nostro piatto per farlo bello.
Un libro interessante, anche se dopo qualche pagina purtroppo ci si abitua pure alla miseria e l'efficacia diminuisce.
...ContinuaA Parigi, prima di trovare lavoro come sguattero, impegna i vestiti. Percorre lunghi tragitti a piedi con Boris, senza un soldo anche lui, per risparmiare sul biglietto del metrò; esce di soppiatto da una panetteria perchè il conto non è quello minuziosamente calcolato: il pane tagliato dalla ragazza al banco pesa un po' di più di quello che si aspettava. Una volta a Londra, vive per diversi mesi di fette di pane spalmate con un po' di margarina , dorme poche ore per notte in sudici dormitori, il fiato di un altro uomo e lunghe teorie di cimici sul suo corpo; fuma il tabacco che Paddy, un senza fissa dimora trentacinquenne, riesce a ricavare raccogliendo le cicche buttate a terra da chi si affretta a tornare a casa.
George Orwell dal 1928 al 1930 vive così. Si è messo in testa di fare lo scrittore. Dopo aver lasciato un impiego sicuro e redditizio, con qualche risparmio e contando sui proventi di lezioni di inglese, lascia l'Inghilterra e va a Parigi. I soldi finiranno prima del previsto...