Una raccolta di testi a metà tra l'articolo di giornale e il racconto che descrivono la Milano degli anni cinquanta di chi fatica a capire cosa voglia dire stare al mondo, soprattutto stare al mondo a Milano.
Una Milano un po' da stereotipo ma descritta con l'ottima penna di Ortese,
Il volume raccoglie gli articoli:
Una notte alla stazione
I ragazzi di Arese
Locali notturni
Le piramidi di Milano
la città è venduta
Il disoccupato
Lo sgombero
Leggendo questi articoli mi ha colpito il sottile e perfido umorismo dell'apparato commerciale-industriale milanese di cui l'autrice cerca di dipingere gli angoli oscuri del dopoguerra, Nel 2017 le è stata intitolata una via a Citylife il nuovo "shopping-district" con tanto di grattacieli che auto-celebra il trionfo, forse temporaneo, della Milano post EXPO.
Questo libro è una raccolta di pezzi scritti dall'autrice per un giornale, racconti e cronache di una Milano silenziosa, buia e malinconica, con personaggi tristi che si lasciano sopraffare dalla corrente di questa metropoli e dalla vita. Pezzi ambientati alla stazione centrale, a Sesto, ad Arese, nei locali notturni del centro e in appartamenti periferici. Delle pennellate intrise di tristezza e di poesia.
...ContinuaAncora Anna Maria Ortese, per conoscerla meglio. Questa volta con una raccolta di prose giornalistiche, così chiamate nel libro, che raccontano di vari reportage della allora giornalista nella capitale lombarda.
In aggiunta al mio solito vocabolario per definire la narrazione, dopo metafisico, surreale, onirico devo aggiungere allucinato per questo testo di cui mi sento di salvare, anzi esaltare, soltanto il primo episodio dal titolo “Una notte nella stazione”; gli altri episodi o prose giornalistiche, che dir si voglia, non sono all’altezza del primo, con una deriva spesso, come detto sopra, troppo allucinata e di difficile comprensione, almeno per me!
Il processo di avvicinamento continuerà inarrestabile a prescindere da incidenti di percorso, validi comunque per una migliore conoscenza…
Una cronista un po' stravagante e allucinata ma profonda e contraddittoria nelle scelte di personaggi e ambientazioni che sentono di Fellini.
Questo libro è formato da sette brevi pezzi, a suo tempo scritti per un giornale, poi pubblicati in volume per la prima volta nel 1958.