Potenza del marketing, diciamocelo.
E' carino, ha tanto potenziale, i personaggi non scadono nel cliché, anzi, e ci sono dei momenti da brividi che fanno capire che sotto c'è del talento, ma è un po'slegato.
Andiamo con ordine: personaggi. Ti aspetti da Audrey Rose una Mary Sue e invece mostra tutta la sua età, la sua inesperienza, non valuta il pericolo, prende cantonate, non è mai perfetta, ma è intuitiva, ha talento. Ed è nel nuovo trend che va di moda ora, quello di ragazze che non mortificano la passione per la moda o la bellezza per l'intelligenza. Può avere tutto e forse in futuro lo avrà, ma ora ha l'immaturità giusta. Thomas è il personaggio riuscito meglio. Thomas, sfacciato e intelligente, probabilmente ad un passo da un profilo nello spettro dell'autismo, anche lui con quel tocco di immaturità giusto. E' la prima volta che spero in un libro a pov alternati perché quell'assaggio a fine libro fa capire che con i due punti di vista ci sarebbe stato un grosso valore aggiunto. Anche se so che alla lunga mi avrebbe annoiato.
Il problema è proprio questo: il solo pov di Audrey Rose lascia tanti buchi che non vengono realmente spiegati e non ti permettono di arrivare alla soluzione del giallo insieme ai protagonisti. E questo è anche un giallo e io la vorrei la competizione del lettore con i protagonisti per arrivare al scoprire l'assassino. (Cioè, ci arrivi lo stesso a capirlo, ma più per esclusione, tanto ti aspetti sempre il più improbabile, ma senza salti o informazioni messe fuori posto ci si sarebbe arrivato più onestamente).
Insomma, bello, ben costruito, aderente alla parte storica quanto basta e rielaborato quel poco che serve, ottimo nell'atmosfera.
Se fa un passettino avanti i successivi possono essere ottimi libri.
Romanzo che si legge molto bene e che non annoia. Ambientato in una Londra del 1800 in piena età vittoriana. La città è sconvolta da una serie di omicidi e si indaga su un probabile serial Killer. Ad indagare ci sono una ragazza con la passione per le autopsie e un ragazzo anche lui con la stessa inclinazione. Che dire belli i battibecchi fra i due e la storia è intrigante. Mi è piaciuto molto.
...Continuaveniamo direttamente ai pro:
☑️se ci sono di mezzo omicidi e un tizio presuntuoso e la nostra protagonista che indagano allora divento una romanticona pure io. Mi sono piaciuti i battibecchi dei due, che rendevano il libro più scorrevole
☑️ mi sono piaciute molto le foto storiche che ogni tanto compaiono come anteprima di ciò che si parlerà nel capitolo seguente
☑️ mi piace molto il personaggio di Thomas
e ora i contro:
⁉️ l'inizio è veramente lento, avrò messo 60 pagine prima di ingranare bene e ho spesso pensato di abbandonarlo
⁉️ la protagonista a volte è un po' fastidiosa: si lagna di continuo che non può fare niente, parla sempre delle condizioni pessime e le libertà limitate delle donne e poi fa sempre quel c**** che le pare!!!
⁉️ bellino il finale, ma ci si aspettava se si faceva 2 + 2, visto che era stato predetto una cosa sull' assassino, ma la nostra stupida eroina si era impuntata su un solo sospettato e si è lasciata sfuggire il resto 🤔 Mah!
per queste cose darei un ☠️☠️☠️, ma per Thomas e le altre lo faccio salire a ☠️☠️☠️☠️.
La situazione ritratta in queste pagine era molto più semplice di quel che sembrava. Mi aveva indotto a fiondarmici il mio istinto, il mio temperamento coraggioso e sensibile, avrei voluto imbattermici nel momento in cui fu pubblicato, ma c’era qualcosa che mi indusse a rimandarne la lettura. Il problema insolubile di chi avrebe riscontrato l’ennesima delusione. Avrei potuto ricredermi e rivolgere completamente le mie attenzioni a questa protagonista, una Sherlock Holmes in gonnella nel cui cuore algido non vi è spazio per i sentimenti e le distrazioni, e che magari anche controvoglia, mi avrebbe contagiata al punto di rivelare questa indagine, prima del tempo, sapendo che in fondo sarebbe toccato a lei provvedere al riscatto personale di morti indotte da questo fantomatico killer. Credevo di sapere e conoscere gran parte delle avventure di Jack lo Squartatore, ma il mio temperamento testardo e controproducente, rispettano i miei propositi di proseguire imperterrita certe tappe. Perché nonostante Audrey Rose mi sia sembrata antipatica, sin dalle prime battiture, i giorni che seguiranno mi vedranno impelagata nella lettura dei volumi successivi, che detiene il proposito di sapere cosa accadrà successivamente esclusivamente per lo stile accattivante e semplice dell’autrice. Una scelta emotiva e irrazionale, forse, ma pur sempre un atto d’amore.
C’erano studi sul campo, dissezionamenti di cadaveri, incisioni, analisi pericolose e attente che arricchiscono una trama scialba, quasi inesistente, ma che hanno servito per accrescere l’attenzione su qualcuno che non mi ha particolarmente entusiasmato, sin dal principio, cosa che mi aveva messo in difficoltà e nella posizione scomoda se proseguire con la lettura dei volumi successivi o meno. Senza alcun omicidio o indagine pericolosa, senza più niente da perdere se non del tempo prezioso.
Odio l’entusiasmo che riservo a letture che disgraziatamente, per un motivo e per un altro, non sortiscono l’effetto meritato. Ma ho anche il cuore tenero, e non sono d’accordo nell’approccio di romanzi che, in un modo o nell’altro, mi deludono. Alla fine, però, finisco sempre per tornare in luoghi che all’inizio avrei ignorato impunemente, e che straordinariamente si rivelano esattamente come credevo. E prima di incontrarci, io e Audrey camminavamo su strade completamente differenti, con anni e anni di differenza alle spalle, i moniti di uno zio scocciante e protettivo. Audrey Rose, con una cascata di capelli color cioccolato e quell’aria altezzosa che la contraddistingue, considerava la medicina, la scienza l’unico appiglio per sopravvivere. Talvolta persino bello, ma in realtà che sporca quasi sempre le sue minute mani.
Sulle tracce di Jack lo Squartatore è un romanzo d’iniziazione che restituisce, alle soglie del tempo, una storia semplice, per giovani adulti, a tratti avvincente a tratti noiosa, che collima elementi di mistero e medicina. Letto dopo qualche mese della sua pubblicazione, lettura che mi ha tuttosommato regalato emozioni altalenanti, fastidiose, ma che come un dolce richiamo ha attirato la mia attenzione. Sullo sfondo di una Londra ottocentesca turbata dalle forti vicissitudini di Jack lo Squartatore, che in un modo o nell’altro avrebbe distorto l’anima di chi legge.
Un inno alla medicina, alla Londra vittoriana, a Sherlock Holmes, è una continua ricerca di salvare se stessi. Una favola dai toni acerbi, spavaldi e sprontati che non riesce a mascherare la giovane inesperienza dell’autrice e il suo essere immaturo. Ma, il ritmo serrato e semplice, le descrizioni ben o male fedeli ricostruiscono perfettamente l’epoca descritta ma la certa scarsa qualità letteraria, la cui voce narrante non spicca in mezzo a un marasma di voci.
Una lettura che mi ha evocato una sensazione particolare, la nostalgia di leggere quel genere di romanzi che in alcune fasi della mia vita mi sono trovata nello stato d’animo giusti per leggere racconti di questo genere. Poiché rivisitazione del racconto gotico ottocentesco, che disgraziatamente non spicca per originalità o temi trattati. Ma funge da pura immersione per smorzare la routine quotidiana, che prese vita nel momento in cui Audrey Rose vivisezionò il suo primo cadavere.
Racconto che non cela niente di particolarmente memorabile, che non sa cosa dimostrarci, ma trascinante, gotico e a tratti banale che è una chicca per gli amanti di questo genere.
Un libro che ha parecchie debolezze.
Intanto il rimando a Jack lo squartatore è un chiaro clickbait per alzare la tiratura del libro perchè oltre al fatto di essere ambientato nell'Inghilterra Vittoriana e il fatto che praticasse mutilazioni non ci sono altri parallelismi.
Oltretutto a risoluzione del libro è pure piuttosto chiaro che ci sono molti errori nella struttura stessa della trama perchè le mutilazioni non sono assolutamente utili al piano ultimo dell'assassino, quindi il finale è totalmente raffazzonato.
Ho letto molte critiche del fatto che l'assassino fosse prevedibile. Ora, io sono un'abile ed esperta lettrice di gialli e posso dire che fino all'ultimo non fosse veramente chiaro chi fosse l'assassino (e non poteva esserlo perchè la trama è chiaramente improvvisata e il movente è ridicolo),ma, questo ve lo concedo, la rosa dei protagonisti è veramente scarna: oltre alla protagonista femminile ci sono solo altri 4 personaggi: lo spasimante, lo zio, il padre e il fratello a cui più tardi si aggiunge un detective di polizia che si intuisce stare li più con le funzioni di far ingelosire lo spasimante che altro.
Per il resto il libro copia da classici della letteratura (peraltro molto male) quali Sherlock Holmes di cui chiaramente il coprotagonista maschile è una pessima copia sfocata e sentimentale/stucchevole e Frankenstein, ma senza la critica intellettuale e la profondità dell'opera stessa.
A mio avviso un libro per ragazzini che non possono cogliere le citazioni precedenti svilite e annacquate e rimanerne schifiti.
Ora la mondadori ha regalato questo libro a diversi booktuber che ne hanno fatto lodi sperticate, quindi ... che altro dirvi?