Mi ha commosso fino alla fine, ma mi ha anche aperto un mondo che non conoscevo, cosa volere di più da una lettura.
Non tutti degli ex Unione Sovietica parlano bene del presente, anzi, rimpiangono il passato
Un caleidoscopio di voci racconta il crollo dell'Unione Sovietica, visto con gli occhi di chi lo ha vissuto. La vita nuova e quella vecchia. La nostalgia di un passato lontano tradito dal presente, il sollievo di essersi liberati dall'orrore dei gulag, la liberazione dal grigiore, la delusione della democrazia, del capitalismo, la violenza dei conflitti interetnici nel Caucaso, la brutalità della Cecenia, il razzismo verso i popoli fratelli, l'alcoolismo, la violenza sulle donne, lo sfascio delle famiglie, la povertà, la speranza dei giovani.Il mito della grande guerra patriottica e la nostalgia dell'impero. Una sinfonia meravigliosa sullo spirito russo, sul suo passato recente, sui suoi demoni e sugli echi dell'eredità presovietica. Tante voci diverse, tanti racconti personali, nessuno con una morale di fondo, fotografie della vita semplice e complessa di uomini e donne con l'eredità dell'Unione Sovietica sullo sfondo. A tratti commovente, a tratti straniante, a tratti un pugno nello stomaco. Un capolavoro.
...ContinuaSvetlana Aleksievič è consapevole che i suoi libri corali non sono opere storiche. E non potrebbero che essere tali: lo storico è sempre presente nelle sue opere, rettifica le opinioni dei suoi interlocutori, postilla laddove ne avverta la necessità, utilizza un metodo critico per avvicinarsi, mai per giungere, alla verità. La scrittrice bielorussa, invece, si eclissa, apparentemente, per dar voce alle emozioni, ai ricordi di persone che sono state sì protagoniste, ma ai margini, dei grandi eventi della storia sovietica. In questo libro, Svetlana Aleksievič ripercorre le diverse reazioni di fronte al crollo non di uno Stato ma di un'ideologia, e lo fa raccogliendo le testimonianze più disparate, per tratteggiare la vita intima di persone comuni che i grandi eventi storici hanno sconvolto.
...ContinuaPrima di affrontare questo libro, ho viaggiato con Tiziano Terzani da un capo all'altro della grande Russia nei primi due mesi dopo il colpo di Stato che mise fine all'era Gorbaciov e all'Urss (cioè "Buonanotte, signor Lenin", che consiglio vivamente).
Da un libro - resoconto di viaggio, dal tono a volte scanzonato e pieno di domande e previsioni - in parte avveratesi - sono passata a queste pagine.
Lo scenario cambia radicalmente e se ci si lascia trasportare, nella mente, predominano due colori: grigio e rosso.
Il grigio di un presente doloroso e difficile da capire, per chi era comunista, per chi è cresciuto nell'epoca del disgelo, per chi, invece, è nato quando tutto ciò era già passato (penso a chi è nato da metà Anni '90 a oggi).
Il rosso è il colore della nostalgia, del grande sogno, della grande fede magnifica e progressiva che ha letteralmente tenuto in vita migliaia di persone spremute e affamate da un regime che, qualche sopravvissuto, vede comunque come viaggio verso un avvenire di felicità cui tutti, ognuno con il proprio lavoro, contribuivano. E allora la fame, la miseria, il sacrificio, le code, in qualche caso la galera e il gulag, addirittura... tutto aveva un suo senso ultimo e superiore.
Però attenzione: non lo si trova scritto così, ordinato e piano. Il libro è fatto di voci, tantissime voci - ragazze, ragazzi, donne e uomini di età diverse, con storie ed occupazioni diverse - che l'autrice riporta in presa diretta. Non è sempre facile seguire il filo dei ricordi e delle riflessioni; Aleksievic interviene pochissimo - e le sue intromissioni sono segnalate dall'uso del corsivo - il resto lo si "ascolta" da ogni persona che parla e, a poco a poco, si compone un quadro, o forse un arazzo, di infiniti e dolorosi, minuti e quotidiani ricordi, illusioni, nostalgie, sofferenze irripetibili e speranze folli e tradite. Un magnifico e tremendo ritratto, che colma con la carne e il sangue, la storia che ho studiato sui libri o, negli ultimi anni, seguito - e spesso non nella completezza di informazioni- attraverso i notiziari.