Celie è una ragazzina quando viene violentata per la prima volta da quello che lei crede suo padre. Per due volte rimane incinta e per due volte quell’uomo porta via i neonati. La sua vita di donna, di colore e per giunta povera non migliora quando riesce a sfuggire alle grinfie del patrigno solo per essere data in sposa al vedovo Albert, uomo a sua volta frustrato da un matrimonio indesiderato.
Sullo sfondo di questo panorama desolato, ritratto nell’America fra le due guerre, si inseriscono personaggi perfettamente vivi, dai tratti forti ma senza cadere nello stereotipo. Celie non riesce a ricordarsi il nome di Cristoforo Colombo senza pensare ai piccioni, ma affida i suoi pensieri, i ricordi e le confidenze in tante lettere indirizzate dapprima al «Dio mio», poi alla sorella Nettie, con cui Celie è stata costretta a rompere i rapporti da anni. Nelle pagine i personaggi appaiono, vivono e si evolvono, invecchiano e maturano. Qualche volta escono allo scoperto e lasciano intravedere il loro vero io.
Un romanzo forte e indimenticabile, da leggere.
...ContinuaCombattere contro discriminazioni di razza e sesso e alla fine vincere! E poi anche il film è così bello...
La sofferenza si tinge di viola
Di primo acchito ciò che colpisce di questo bel libro è il linguaggio semplice, una descrizione di fatti, avvenimenti, quasi fredda, a fronte di temi duri, forti che non possono non far ribollire il sangue. Tanta la violenza gratuita, elargita come pane quotidiano a cui è sottoposta Celie ( la protagonista ) dal patrigno prima, dal marito poi, il quale non merita neppure di essere ricordato con un nome; basta appena una sigla: M.
Inconcepibile la sopraffazione, l' enorme umiliazione che stroncherebbe qualsiasi persona:
Sei brutta...Sei troppo stupida per continuare ad andare a scuola...Sei bugiarda... E chi ti credi di essere? Ma guardati... Sei nera, sei povera, sei brutta e sei donna. All' inferno, non sei niente e nessuno, tu.
Eppure in Celie non riscontriamo crudezza di linguaggio, palese ribellione, ma silenzi, lacrime ingoiate a testa bassa; parole rassegnate affidate all' intimità della scrittura, sotto forma di lettere, in cui apre il suo cuore all' amata sorella Nettie e in cui chiama a testimone della sua triste condizione Dio:
Meglio non dire niente a nessuno tranne che a Dio. La mamma ne morirebbe.
Ma la resistenza di Celie ha un limite. Come un fiume in piena travolge gli argini, così tutto il risentimento e l' odio che hanno gonfiato l'anima di questa umile e mite donna, non possono più essere contenuti, repressi.
Viene il momento della riflessione, del riscatto; il momento di prendere in mano la propria vita, di sfatare l' onnipotenza maschile, di scagliare qualche sasso.
mi aspettavo un romanzone e invece è un romanzetto, nel senso che senza tanti fronzoli e senza bisogno di usare tante parole viene raccontata in modo candido e disperato la comunità di colore del profondo sud americano di quegli anni. molto intenso
...Continua