"The queen's gambit" is about a young girl, Beth, from a much less than ideal family who becomes orphaned at the age of 8. We follow Beth as she learns she is a chess prodigy, becomes addicted to a sedative the orphanage gives the children, eventually moves in with her adoptive family and starts to win chess championships across the country. The book is heavy on chess but chess is by no means the only theme in the book. This story is about so much more: addiction, self-discovery, self-reliance, determination and the will to make the impossible possible.
Nice book, recommended.
TRADUZIONE
“The queen’s gambit” racconta di Beth, proveniente da una famiglia meno che ideale che diventa orfana all'età di 8 anni. Seguiamo Beth mentre scopre di essere un prodigio degli scacchi, diventa dipendente da un sedativo che l'orfanotrofio dà ai bambini, alla fine si trasferisce con la sua famiglia adottiva e inizia a vincere campionati di scacchi in tutto il paese. Il libro è fortemente basato sugli scacchi, ma gli scacchi non sono l'unico tema del libro. Questa storia riguarda molto di più: la dipendenza, la scoperta di sé, la fiducia in se stessi, la determinazione e la volontà di rendere possibile l'impossibile. Bel libro, raccomandato.
...ContinuaIn questo libro incredibile Tevis fa il miracolo di tenere con gli occhi incollati alla scacchiera anche chi non capisce niente del gioco. Il libro è avvincente e anche la storia personale della scacchista è molto, molto interessante. Però in questo libro il personaggio va letto attraverso le partite, i patemi del gioco, il modo in cui si guarda o non si guarda in faccia l'avversario. Certamente per scrivere una cosa del genere Tevis deve amare moltissimo il gioco. Mossa dopo mossa seguiamo la protagonista Elizabeth dall'orfanotrofio dove il custode le insegna i rudimenti del gioco, alla adozione non proprio felice (visto che il padre adottivo abbandona quasi subito la famiglia), alle relazioni sentimentali.
Tutti i rapporti umani di Beth sono mediati dagli scacchi. E' come se mettesse uno schermo tra sè e la vita vera. Sono abbozzati, informi, poveri di parole. Tutte le cose non dette passano attraverso una scacchiera. E naturalmente, attraverso questa vediamo anche la paura del mondo, la paura di perdere, la necessità di dover dimostrare agli altri di esistere e di valere qualcosa. Vediamo che questo personaggio cerebrale, lunare, simile all'intelligentissimo extraterrestre dell'uomo che cadde sulla terra è una creatura fragile, cui la scacchiera prigione-schermo-palestra non basta, e che deve aiutarsi a vivere con i soliti cocktail chimici: alcool e ansiolitici, che l'autore conosce fin troppo bene.