Francamente me ne infischio.
Si dice così, no?
Anzi no, ora si dice "magari! Il mio problema è che penso troppo".
No, il problema è che si pensa male. Perché il pensiero, quello sano-innovativo-ma anche nostalgico va stimolato poiché arricchisce e non è mai troppo e solo così non saremo mai soli.
Detto questo (che non so quanto c'entri con il libro, ma per me c'entra e tuttavia è bene prendere con le pinze le mie parole perché non sono una critica e di norma mi colloco anche al di sotto della scala media evolutiva per il mio vivere di pancia metà della vita, pur essendo dotata di parte razionale) aggiungo:
è un piccolo capolavoro poetico e filosofico questo libricino di Hrabal.
Hanta lavora da 35 anni ad una pressa da macero della carta in un magazzino sotterraneo e salva dalla distruzione opere preziose che tiene per sè, invadendo lo spazio vitale della sua casa, o che dona al filosofo o al sacerdote. Egli rappresenta lo scrittore - il poeta, come viene spiegato nel testo - io preferirei dire l'artista che trasforma un processo meccanico,quel creare parallelepipedi di carta macerata, in un atto creativo e lo fa inserendo un libro - non carta straccia, ma parole di valore intellettuale altissimo - in ogni blocco-parallelepipedo e rivestendolo con stampe di Van Gogh, Rembrandt, etc.
Nella pressa finiscono anche topi, oh se ne è pieno quel posto, e insetti di vario tipo quando giungono carichi di carta intrisa di sangue dalle macellerie.
L'arte, la poesia, la filosofia salvificano anche il marciume peggiore.
Intanto fuori il mondo sta cambiando, bisogna produrre di più e la vecchia pressa è stata sostituita da un nuovo modello avanzato che da sola lavora come 5 del passato e c'è una giovane equipe preparata per farla funzionare e Hanta si sente smarrito in questo cambiamento.
Ma non è questo il punto. E non è solo questo il non-punto.
Mancano diversi altri pezzi per completare il puzzle e merita che ognuno se lo costruisca da sè.
"Attraverso i libri e dai libri ho appreso che i cieli non sono affatto umani e che un uomo che sa pensare, anche lui non è umano, non che non lo voglia, ma ciò contrasta col giusto modo di pensare."
"(..) ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so."
"(..) perché io mi posso permettere quel lusso di essere abbandonato, anche se io abbandonato non sono mai, io sono soltanto solo per poter vivere in una solitudine popolata di pensieri, perché io sono un po' uno spaccone dell'infinito e dell'eternità e l'Infinito e l'Eternità forse hanno un debole per le persone come me."
"..così compresi che al mondo non dipende proprio nulla da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio, volere, anelito.."
Hanta has been compressing old books for 35 years, and compressing millennia of wisdom into his brain. He is regarded as an old fool, but one who readily quotes Socrates, Lao-tze and Kant. Despite his wealth of knowledge, or because of his excess of knowledge, he is unable to transition to a new era where machines and youthfulness and naivety rule. Perhaps he is too set in his old ways; perhaps he dreads the fact that no more books will come his way; perhaps he is afraid of losing his heavily populated solitude - he decides to take the ultimate way out, to go the way his books go.
"...I just stood there humiliated, stressed and strained, knowing all at once, knowing body and soul, that I'd never be able to adapt; I was in the same position as the monks who, when they learned that Copernicus had discovered a new set of cosmic laws and that the earth was no longer the center of the universe, committed mass suicide, unable to imagine a universe different from the one they had lived in and by up to then." (p.78)
Some more of my favourite lines:
"Because when I read, I don't really read; I pop a beautiful sentence into my mouth and suck it like a fruit drop, or I sip it like a liqueur until the thought dissolves in me like alcohol, infusing brain and heart and coursing on through the veins to the root of each blood vessel." (p.1)
"I can be by myself because I'm never lonely, I'm simply alone, living in my heavily populated solitude, a harum-scarum of infinity and eternity, and Infinity and Eternity seem to take a liking to the likes of me." (p.9)
...Continuahttp://abrightshininglie.wordpress.com/2014/07/29/una-solitudine-troppo-rumorosa-di-bohumil-hrabal/
Lo ammetto: ho scelto questo libro perché mi sono innamorata del titolo! L'incipit è bellissimo ma Hrabal ha una scrittura strana e difficile. Questo libro è poetico, incoerente e onirico, ha una narrazione ricca di simboli, dove realtà e fantasia si mischiano.
Mi aspettavo di più sinceramente ma comunque è un bel libro, incentrato sul cambiamento e sulla vita di un uomo che vive in simbiosi con il suo lavoro. Un libro che parla di libri, di letture e di lettori.