Tutti gli uomini di Smiley è l’ultimo capitolo della cosiddetta Trilogia di Karla, finale quindi di quel capolavoro della letteratura di spionaggio che va sotto il titolo di La talpa che tanta fortuna ha riscosso al cinema con l’omonima pellicola del 2011, complice uno splendido Gary Oldman. Per una di quelle fortunate coincidenze che tanto piacciono ai lettori, l’ho affrontato un minuto prima di iniziare Quattro piccole ostriche, primo romanzo di Andrea Purgatori di cui scriverò fra qualche giorno. Le due letture sono in qualche misura collegate, ma non dirò altro.
Le Carré, non è un segreto (pregasi notare il gioco di parole, considerando che fu agente del SIS), troneggia fra gli autori di genere. Direi di più: con ogni probabilità lo ha fondato, quantomeno nella moderna accezione del termine. Nella Trilogia di Karla ha dato vita a un personaggio indimenticabile: George Smiley, protagonista naturalmente anche di questa ultima puntata della saga, è un uomo di complessità rara fra quelli disegnati con lettere nero su fondo bianco. Tanto capace e ferocemente intelligente sul lavoro, quanto complessivamente inadatto alle relazioni e alla vita di tutti i giorni: un look dimesso e rivedibile, un matrimonio in frantumi, fisicamente lontano dagli stereotipi del genere, fiato corto e chili di troppo. Una sorta di grigio antieroe a cui è impossibile non affezionarsi, tanto più vicino alle nostre miserie quotidiane di qualunque Bond-James-Bond dalla parlantina sciolta e dallo sguardo irresistibile.
Senza farvi il torto di accennare eccessivamente alla trama, due parole: George Smiley, serenamente (più o meno) pensionatosi, viene richiamato in servizio per indagare sulla morte di un generale estone dissidente esiliatosi nell’Ovest, da dove non manca di sperare (fino all’assassinio…) nella riconquista dell’indipendenza della sua Madrepatria dal giogo russo. E’ la causa scatenante del confronto finale con Karla, acerrimo nemico di Smiley, quasi una sua nemesi in forza al GRU, servizio d’intelligence sovietico. Il finale è talmente bello e toccante che rovinarlo con una sillaba di troppo a chi non l’abbia ancora affrontato sarebbe un vero delitto.
Per gli appassionati del genere, è un must have. Mi azzarderei a dire “e non solo”: la presenza del volume nella lista dei 1001 libri da leggere a tutti i costi è un indizio da non sottovalutare: Tutti gli uomini di Smiley appassionerà per la sua profonda attenzione all’umano anche chi non si diletta di spie e segreti di stato.
http://capitolo23.com/2019/07/15/recensione-tutti-gli-uomini-di-smiley-di-john-le-carre/
...ContinuaBeh il migliore della serie senz’altro, un finale col fiato sospeso fino all’ultima parola.
A volte immagini cosa possa succedere ma tutto è raccontato in modo tale (si sente che c'è dell'esperienza diretta e non solo l'accurata ricerca di uno scrupoloso scrittore) da tenerti legato lì e non mollare un istante. E le ultime 10 pagine sono una sequenza memorabile.
...ContinuaDella trilogia il migliore. Il documento di un'epoca che sembra lontanissima.