Nel brevissimo abbozzo di racconto, I due viandanti, che apre il secondo volume di Tutti i racconti di Tolstoj, un tizio decide di andare a piedi per tutta la Russia allo scopo di “definire la missione del popolo russo” e da qui si capisce un po’ tutto dell’autore ed in generale della storia slava...
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...ContinuaI racconti d Tolstoj.
In particolare segnalo:
Padre Sergej, da cui è stato tratto un film dei fratelli Taviani, il sole anche di notte, e che è una sorta di autobiografia in forma di metafora di Tolstoj e della sua condanna al successo in qualsiasi campo si sia applicato, anche quello del saggio spirituale.
Il diavolo, l'ossessione di un uomo sposato per la sua amante. Un racconto sulla tentazione e il desiderio come molla che strappa l'uomo ai suoi doveri della civiltà e lo catapulta nell'inferno del senso di colpa.
Una volta capita la formula - e ci si mette poco, circa un centinaio di pagine - ci si potrebbe magari stufare un po' di leggere sempre la solita solfa: vita dissoluta - incontro risolutore - redenzione e svolta mistica, cambiando ovviamente sfondo e partecipanti.
Ma.
Ma c'è Se di molta terra abbia bisogno un uomo, per Joyce "the greatest story that the literature of the world knows".
Ma c'è Il padrone e il lavorante, dalla compassione traboccante.
Ma c'è Padre Sergij e l'impossibile distacco dalle necessità della carne e dell'orgoglio.
Ma c'è Il diavolo, a rotta di collo verso la sensualità che annichilisce tutto il resto.
Ma c'è La cedola falsa, o del gioco del domino.
E, in ultimo, c'è La morte di Ivan Il'ič. Un uomo che contempla la propria data di trapasso e ne racconta il varco, senza fronzoli né brusche virate mistiche (gran cosa, considerato Tolstoj). Una meraviglia a dir poco.
Solo "la morte di Ivan Il'ic" è valsa la pena. Straordinario. Il resto odora troppo di sermone.
Ogni tanto ritornano...i classici. Quando alcune scritture moderne mi lasciano insoddisfatta, lacerata da troppe banalità, meravigliata da troppe insolenze linguistiche, svuotata da parole vuote ed inutili,raffreddata da tanta insulsaggine narrativa, allora sento la profonda necessità di ritornare ai classici, che riempiono ed illuminano, quanto veritiero è ciò che ci dice Calvino quando asserisce che i classici sono quelli che "hanno sempre qualcosa da dire".
...Continua