Un artista del digiuno è il titolo dei uno dei quattro racconti che le Edizioni Quodlibet pubblicano in un agile libretto, con la traduzione di Gabriella de' Grandi e una bella postfazione di Ermanno Cavazzoni. Gli altri tre si intitolano Primo dolore, Una donnina e, infine, Josefine la cantante o Il popolo dei topi.
Vale forse la pena ricordare che questo è uno dei pochissimi libri che Kafka volle pubblicare in vita, anzi si tratta proprio dell'opera cui stava lavorando nell'imminenza della morte: il giorno prima della sua dipartita, infatti, si stava occupando della correzione delle bozze.
Quattro racconti, quindi, ma accomunati da un'unica tematica: che cosa sia l'arte e quali conseguenze comporti l'essere artisti. Certo, si tratta di artisti invero molto particolari. Il trapezista che trascorre tutta la sua vita sospeso a mezz'aria aggrappato all'attrezzo del suo lavoro, la cantante che quando canta o,meglio, squittisce, trascina tutto il suo popolo verso sensazioni ineffabili, una sorta di artista dell'antipatia e, infine, dando il titolo alla raccolta, il digiunatore (quasi) perpetuo, colui che riuscirà, finalmente, a morire senza più toccare cibo. Forme d'arte molto particolari, quindi, sicuramente inconsuete e sorprendenti e tali, tuttavia, da conferire a chi le pratica il titolo di artista, pur sconfinando sovente nella mania.
Potrebbero fare diversamente i nostri quattro protagonisti? Probabilmente non potrebbero, proprio perché appare evidente, in tutti e quattro i casi che, alla fine, quella forma d'arte, per quanto stramba, null'altro sia che la loro vita. E la propria vita va vissuta, fino alla fine, fino alla totale consunzione, come nel caso del digiunatore.
E' quindi abbastanza facile per il posfatore, Ermanno Cavazzoni, giungere alla conclusione che, a ben leggere, vi è un quarto artista, lo stesso Kafka, anch'egli a suo modo maniacale e non disponibile a lasciare spazio, nella sua vita, a null'altro che non fosse la sua scrittura, a scapito di tutto. Anche dell'amore di una donna.
Una lettura straordinaria, colta e complessa. Una vera chicca in un panorama letterario sovrabbondante e di mediocre qualità.
24/12/2015
L’arte aderisce all’artista come l’arrampicarsi sugli alberi alla scimmia.