Interessante viaggio nel sud-est asiatico, con deviazione transiberiana, dell'inizio degli anni '90 nei quali erano in rapido cambiamento verso una direzione che a Terzani non piaceva. Per questo viaggio svoltosi nel 1993, Terzani non fa uso dell'aereo perché una profezia del 1978 glielo sconsigliava. In ogni luogo dove arriva Terzani chiede di incontrare un indovino per mettere alla prova la prima profezia, ma questa è la parte meno interessante del libro. Mi ha fatto piacere scoprire una comunità di vedute con Terzani ed anche qualche idiosincrasia come quella verso le mani inanellate, maschili o femminili che siano. Impossibile, a questo punto, non andare a vedere dove sono andati a parare quei paesi 25 anni dopo. Per quel che ne so, sono andati laddove Terzani non voleva.
...ContinuaRomanzo autobiografico di viaggio, racconta la riscoperta dei paesi orientali, fatta da Terzani nel 1993, quando, a seguito della profezia di un indovino, attraversò l'Asia senza mai prendere un aereo, ma viaggiando in treno, in autobus e in auto e venendo così a contatto con l'anima più vera di quei paesi.
La narrazione, coinvolgente, ci fa conoscere aspetti nascosti di quelle realtà e la perdita delle antiche culture causate dal mito della modernizzazione occidentale.
Adoro Terzani (soprattutto i libri reportage, meno gli ultimi esoterici) ma questo non mi ha convinto. Le parti in cui racconta le sue impressioni sui paesi che attraversa nell'anno in cui si propone di non prendere aerei, sono interessanti e degne del grande giornalista che era.
Ma insiste troppo con questa storia di consultare un indovino ogni luogo in cui va. Le prime volte è anche divertente (perché Terzani era un fiorentinaccio simpatico e irriverente) ma alla lunga stanca. L'ultimo capitolo poi sulla settimana di meditazione mi ha abbastanza deluso.
(NB Anobii fa sempre più pena. Sono sicura di aver già registrato questo cotnributo ma dove è finito?)
...ContinuaL’autore sfiora solo superficialmente l’Asia, non addentrandosi nel suo cuore: le persone con le quali si rapporta sono perlopiù contatti altolocati, ministri e avvocati. Interagisce poche volte con persone comuni, raramente descrive i paesaggi, i piatti, gli abiti, difficilmente riesce a far sognare il lettore. A cosa serve dopotutto la letteratura di viaggio, se non a garantire all’uomo, al prezzo di un libro, un’avventura senza muoversi di casa?
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