POSSIBILI SPOILER
Complici il maltempo e Amazon mi sono imbattuta in questa lettura, l'ho iniziata in mattinata e l'ho conclusa pochi minuti fa, quindi si, è un commento molto a caldo!
Per me è un grandissimo NO! MA PROPRIO NO! NON ESISTE.
Agnese avrà anche 19 anni, ma pagare il figlio della seconda moglie e di suo padre per darle lezioni di sesso, non sta né in cielo né in terra. Davvero!
Brando che si innervosisce subito, che è geloso perché la “sorellina” ha cominciato a filtrare un po' col mondo intero e che, per punirla, non ascolta il desiderio di Agnese dI fermarsi, NON ESISTE.
E poi che palle queste protagoniste tutte case e chiesa, ma dell’anima di una mangia uomini navigata, situazioni veramente surreali e svilenti.
I due “piccioncini” non brillano di intelligenza, non dico maturità, ma almeno, l'intelligenza, la capacità di parlare… di cercare di sciogliere la matassa, non divertirsi a ingarbugliarla ancora di più! Fanno di tutto per soffrire, questo non è amore per la vita è malattia, masochismo!
Finale azzeccato, ma non basta…
Per me questo libro è un enorme NO!
...ContinuaNon avevo ancora letto niente di questa autrice della quale ho letto un gran bene, e devo essere sincera sono rimasta un po’ spiazzata dal genere New Adult, convinta com’ero che la Marconero scrivesse contemporanei classici (eh sì, a volte acquisto a scatola chiusa senza nemmeno vedere trama e copertina). All’inizio sono rimasta un po’ delusa, dentro di me mi dicevo: è mai possibile che si esalti un romanzo con una trama uguale a mille altre, e con un certo retrogusto da Tre metri sopra al cielo? Per questo ci ho messo un po’ ad appassionarmi, ma quando è successo non ho più mollato il romanzo. Questo è il motivo per il quale il voto è così alto: non importa se i contenuti non sono di mio gradimento come in questo caso, ma se il romanzo mi prende veramente, se non vedo l’ora di sapere come andrà a finire, il libro acquista mille punti. Adesso però voglio prendermi il tempo di analizzare quello che proprio non mi è andato giù, e mi sembra strano che tutte le recensioni che ho letto si lamentavano del finale (non finale, che mi lascia pensare a un seguito), e non di una scena (ma diciamo anche due) per me gravissima. Agnese e Brando sono studiati magistralmente a tavolino: Agnese è quella antipatica, snob, a volte troppo stupida per stare al mondo, insomma è fatta per essere odiata, mentre Brando dovrebbe essere l’eroe vero e proprio, un uomo fatto di fuoco, di passione, apparentemente più innamorato di lei, il protagonista per il quale dovremmo tifare (o quello del quale ci dovremmo innamorare). Ecco, l’autrice a un certo punto del romanzo inserisce una scena di stupro, perché un rapporto anale con una ragazza vergine che ti aveva espressamente detto che quello per lei era un no e che durante l’atto si dimena è uno STUPRO. La cosa ancora più grave è che viene data una presunta giustificazione nella gelosia/vendetta/provocazione visto che poche scene prima Agnese era a un passo dal fare una cosa a tre con l’ex e il suo migliore amico. Come se nel 2019 si dovesse ancora sottolineare che una donna col proprio corpo è libera di fare quello che vuole senza essere additata come una puttana. Come se se la fosse andata a cercare. Eh no, Brando non è altro che un pezzo di merda, e doveva essere piantato e denunciato seduta stante, altro che ricercarne il perdono. VOTO 7,5
...Continuahttps://labibliotecadellibraio.blogspot.com/2019/05/rubriche-tu-leggi-io-scelgo-7.html
Il destino non è scritto, ci sono opzioni diverse dietro ogni porta.
Determiniamo il futuro scegliendo di aprirle o decidendo di non farlo.
E io stasera ho apero un porta che doveva restare chiusa.
Devo partire dal fondo, e questo fondo è che inizialmente ho avuto una grande difficoltà a scegliere quale libro leggere per questa rubrica. Non avevo molte opzioni e seppur incerta ma allo stesso tempo curiosa mi sono buttata su un'autrice che non avevo mai letto e che in continuazione mi capitava davanti.
Scegliere? Buttarmi?
Queste semplici domande me le sono posta soprattutto quando ho chiesto consiglio a chi aveva già letto questo romanzo, e le risposte sono state tutte uguali, bellissimo ma soprattutto molto diverso dai precedenti. Ora, non avendo letto nulla Bianca Marconero potevo dirmi: "facile... non conosco nulla?". Mah!!!
Mai però scelta fu più giusta e contemplata, perché il mio primo approccio con questa autrice è stato molto particolare in tutti quegli aspetti che fanno di un buon libro, di una buona storia quella capacità di ingoiarti dentro, di non lasciarti il tempo di immagazzinare le parole dette perché ce ne sono altre che ti attraggono come una calamita.
Tuttavia il marchio della sconfitta io ce l'ho addosso.
Lo sento ogni volta che apro gli occhi in questa casa, ogni volta che guardo me vedo mio padre.
Siamo qui, io e mia madre, perché io ho promesso l'impossibile.
Perché non sapevo neppure come cominciare a prendermi cura di lei.
Un maledetto lieto fine è un romanzo che sfiora la realtà, anzi secondo me ci si avvicina molto, contrapposti ci sono la Roma altolocata e quella popolana.
Agnese con il suo bel viso, la sua vita a cinque stelle, il suo sorriso perfetto vive in pieno quello che possiede, ma è davvero tutto oro ciò che luccica? Ha perso sua madre e ha dovuto adattarsi a una vita che tutto sommato le calzava a pennello e soprattutto era ciò che voleva suo padre, persona ben in vista, un senatore.
Brando, la vita non ha potuto scegliersela, alla morte di suo padre, non è riuscito a prendersi cura di sua madre come avrebbe dovuto, voluto, e così si trova a vivere in una villa che non sente sua, con una famiglia con la quale non vuole avere nulla a che fare ma che pur di stare vicino a sua madre sceglie di viverla.
Agnese e Brando sono due mine vaganti, basta poco perché trovino qualcosa in comune, lei vuole imparare a essere meno rigida a lasciarsi andare, vorrebbe essere aperta come anche le sue amiche le chiedono di esserlo, facendole notare le sue mancanze, Brando si sente lusingato da quella proposta, ma basta un semplice bacio perché tutte le cattive intenzioni vadano a quel paese.
Perché Agnese non è un piccolo fiore che sia lascia aprire piano piano, lei corre, vuole assolutamente conoscere cosa ci sia dietro ogni bacio, ogni tocco, ogni piacere che Brando le dà.
"Il bacio deve essere una somma di frenesia e desiderio, un'urgenza che ti senti addosso.
Devo sentire che mi vuoi".
E tutto quello che sembra nascere per gioco, si trasforma in qualcosa di più importante...
Non avevo idea di cosa avrei letto, neanche quando ho letto la trama, anzi ho pensato che sarebbe stata una lettura veloce senza grandi sé o mah!!!
Invece, ho trovato questo romanzo intenso, speciale, fatto di paure, parole dette e non, paure di non riuscire a separarsi da ciò che si conosce per buttarsi nell'ignoto, paure di scoprire che i sentimenti, quelli forti, quelli che coinvolgono non solo il piacere, ma il cuore e l'anima possano anche distruggerci, e alla fine è ciò che avviene, perché prima o poi bisognerà fare i conti con quelle paure, svelare cosa si nasconde dietro, e accettarlo.
"Nessuno di noi lo è", dichiara Pier,
"Ma possiamo decidere di amarci per quello che siamo o accusarci a vicenda di ciò che non siamo: affidabili, perfetti, infallibili e costanti".
Lo stile della Marconero è diventato molto più articolato e complesso.
La storia mi è piaciuta, a parte le troppe scene erotiche secondo me esagerate.
Un finale maledetto nel vero senso della parola 😢
Devo essere sincera, se l'avesse scritto qualcun altro gli avrei dato due stelline, invece in mano a Bianca ne merita almeno quattro. Questo perché un autore qualsiasi non sarebbe stato in grado di approfondire certi personaggi e li avrebbe resi superficiali e forzati, ma non Bianca. PER FORTUNA.
Con questo libro ho capito che, per odiare una storia, prima la si deve amare.
E io odio e amo questa storia.
Ho aspettato 4 giorni prima di scrivere una recensione e ancora non riesco ad avere un'idea precisa a riguardo, non riesco a fare altro che a provare ingiustizia e un vuoto nel petto. Ingiustizia a parte, il vuoto è una sensazione che lasciano lasciano solo i libri belli.
Devo essere sincera, la stella in meno - perché poteva averne pure cinque - è data da Agnese.
Agnese è descritta in modo accurato nella sua freddezza, ma è una freddezza eccessiva. Ecco, la chiave con cui l'ho letta è: lo comprendo, ma non lo condivido/capisco/concepisco. Ci sono persone così fredde, anaffettive o altro, perché non saprei racchiuderla in una definizione, ma è strano leggerne. Per quanto la psicologia del personaggio sia descritta bene e delineata alla perfezione, lascia sempre un senso di inadeguatezza calarsi in certi panni.
Per fortuna c'è Brando. Brando che è fragile per entrambi, che è insicuro, che i difetti li mostra e, se avesse potuto, li avrebbe sbandierati in faccia agli altri come marchi di fabbrica.
Ho provato tante volte a comprenderla, penso di avercela fatta, e l'epilogo ne è una dimostrazione (tolte le ultime righe). Non è facile da digerire e a sentimento non lo condivido e lo comprendo, ma dà senso alla storia. A me questi finali piacciono, perché non tutte le storie finiscono bene (anche se sono romanzi. Non pretendo l'happy ending perché mi piace essere stupita e mi piace che le cose siano reali), perché anche se finiscono bene a volte ha un retrogusto agrodolce. Questa storia contiene tutte le sfumature possibili. È indescrivibile.
Ma dimostra che Agnese è cresciuta, ma è rimasta fedele a se stessa, nel bene e nel male. Che ha fatto passi avanti, ma non è andata oltre i propri limiti.
Sono riuscita addirittura a comprendere i comportamenti oppressivi del padre di Agnese nei confronti di Isabella, per quanto non li condividessi.
E, devo essere sincera, mi sono sentita potente perché la parte prima dell'epilogo, quella dopo il compleanno di Agnese, era una delle mie 3 alternative riguardo al finale. Le altre due alternative erano il viaggio in America e un intervento demolitore del padre di Agnese. L'altra ipotesi è quella intrapresa dall'autrice. Felice di averlo capito
Ho amato Brando e Agnese insieme, perché l'aria crepitava quando erano insieme e si sfioravano. Il libro è stato un continuo sospirare e far sanguinare il cuore, per quanto facevo il tifo per loro e mi ha lasciata stremata alla sua fine. Stanca emotivamente. Risucchiata. Ed è così che, nel bene e nel male, un buon libro deve lasciarti.
Lo consiglio, ma preparatevi: vi giocherete il cuore.
Inoltre, e qui concludo se no ne esce una tesi, che Bianca in certi frangenti ha rischiato e, parere mio, ha vinto. Certe scene viaggiavano su un confine sottile che a non tutti può piacere, ma lei è stata brava - in ogni occasione - a non valicare il limite.
Non è da tutti. Complimenti!
Però sarei curiosa di vedere l'autrice muoversi fuori dallo schema "ricchi quasi aristocratici che hanno forti problemi comunicativi". Così, giusto per mischiare un po' le carte in tavola.