È riuscito a rendere curioso un argomento per me non di grande interesse. Stile caustico, incisivo, si fa leggere con piacere nonostante le frequenti note che interrompono il flusso. Buona premessa per leggere qualcosa di fiction.
diario sarcastico di crociera "extralusso 7 notti ai Caraibi". questo trasportare se stessi, i propri stili di vita, le proprie -sgradevoli- abitudini in altri paesi senza mai entrare in contatto con altro da sé, tipico del turismo irreggimentato, trova la sua massima esaltazione ed emblema nella crociera, vera isola galleggiante per qualche migliaio di benestanti, perlopiù anziani e arroganti, a cui si garantiscono giorni e notti concitatamente riempite di nulla. DFW ironizza anche su se stesso e sulla sua asocialità mentre osserva con una certa ferocia i suoi compagni di viaggio e le loro ossessioni, senza trascurare l'organizzazione, il personale e la perfezione esecutiva che finisce per creare una "cittadinanza" per differenza. Stile evocativo, nel continuo ripetersi di aggettivazioni, della routine del divertimentificio.
...ContinuaUn racconto assurdo e divertente di un viaggio in crociera in compagnia della benestante e superficiale società americana.
E' strano ed interessante insieme il modo che ha Wallace di raccontare l'esperienza: emergono tutti gli aspetti grotteschi e puerili della situazione, senza che W. ne faccia mai una critica aperta e diretta. Racconta semplicemente quello che vede e lo fa da attento osservatore, ma non esprime mai giudizi.
Racconta dei Sorrisi Professionali dello staff evidenziandone la necessità, più che l'ipocrisia; analizza la brochure della crociera, patinata e stucchevole, che però mantiene le promesse; nota la noia e l'aggressività dell'ipnotizzatore dello show, che grazie a questo riesce a far ridere gli astanti fino alle lacrime.
Non è una critica alla società americana, è semplicemente un racconto. La critica nasce poi nel lettore, ma non è di Wallace.
Unico appunto: l'uso delle note (e delle note delle note) è un tantino fastidioso.
Meno divertente di quel che pensavo, resta comunque interessante, a sprazzi qualche sorriso lo fa fare.
Acuta in ogni caso la spietata analisi che l'autore fa del classico consumista americano, con una serie di immagini che fanno riflettere in modo ironico su come il mondo moderno crei situazioni, ambienti, personaggi davvero assurdi.