Solitamente i libri del duo Bice/Nullo (alias Sveva Casati Modignani) mi piacciono molto e li divoro nel giro di pochissimi giorni, ma questo non mi è proprio entrato nel cuore come gli altri. Solo lo stile scorrevole della narrazione è riuscito a salvare questo libro da un apocalittico "due stelle".
La giovane Penelope si innamora perdutamente di Andrea, il classico bello e impossibile. Si amano con la passione dei teenagers, si sposano e mettono al mondo tre figlioli. Ma la passione giovanile sfumerà molto presto perchè Andrea, oltre a tirarsela un sacco ed essere un fancazzista estremo, non pecca nemmeno di fedeltà.
Un bel giorno Penelope, incazzata come una pantera, decide di lasciare marito, figli e cane in braghe di tela (sì, anche il cane): scrive una lettera al fedifrago, riempie un bagaglio, spegne il cellulare e se ne va per qualche tempo nella vecchia casa al mare ereditata dai nonni.
Sarà proprio in quella casa - mezza sgarruppata ma piena di ricordi e di amore - che la protagonista cercherà di ritrovare sè stessa, cercando di capire che cosa sia giusto fare non solo per la propria famiglia, per la quale si è sempre sacrificata, ma anche (e soprattutto) per sè stessa.
Cosa c'è, quindi, che non va in questo romanzo? Penelope.
E' il personaggio-stereotipo della casalinga frustrata e repressa, quella che da tutto per la famiglia, si annulla per i figli, ma in realtà non ha mai tempo per sè e si trincera dietro un falso sorriso di circostanza. Ma non ha spessore. Il lettore non riesce a percepirne il dolore, la frustrazione... Nulla.
Ho adorato, in compenso, i flashback che riportano Penelope a ricordare il proprio rapporto con le due donne della sua vita: la nonna (molto più mamma che nonna) e la mamma (quasi più una coinquilina che si sforza - ma non troppo - di esserle amica). La nonna meriterebbe un libro dedicato solo a lei: per quanto non sia tra gli "attori" principali del romanzo, è uno dei personaggi meglio riusciti e più adorabili della produzione di zia Bice.
A metà libro parte un colpo di scena che risolleva l'andamento della storia, ma il finale è blando e scontato.
E' un romanzo con picchi di alti e bassi, un po' troppo altalenante per chi è abituato a storie come "Vicolo della Duchesca", ma nel complesso si fa leggere bene. Quella Penelope lì però... Bah.
...ContinuaIl libro è scritto in modo semplice è scorrevole ma la storia non è molto coinvolgente..non è uno di quei libri che non ti fanno andare a dormire se non l'hai finito!
la storia vuole rappresentare la vita quotidiana di una famiglia come tante altre..ma io mi voglio augurare non siano tutte così!l'autrice ci ha troppo calcato la mano!
Oltre ai bambini e al padre materno tutti gli altri hanno avuto amanti su amanti!mi sembra esagerato!!!poi mettici una storia di droga,un po' di "padre padrone" un pizzico di malattie terminali e un bebè in arrivo....il romanzo ha raggiunto l'appice dell' inverosimile!
Darei 2 stelle e mezza solo perché ogni tanto ci vuole anche un libro così...senza tante pretese.. però i bei libri sono altri!
I romanzi di Sveva per me sono sempre una conferma, la storia di Penelope detta Pepe appassiona, non è un "eroina di altri tempi" ma una donna come noi, un marito a tratti disinteressato alla famiglia, che si lascia travolgere dal fascino femminile, non rinunciando a qualche scappatella, delle quali Pepe ne è consapevole... e l'incontro con" Mortimer"... ottimo intreccio con l'intervallarsi di numerosi flashback per descrivere la storia passata dei protagonisti! Un romanzo rosa che consiglio di leggere! :)
...ContinuaIL personaggio di pepe a tratti originale; il personaggio di Andrea a tratti banale