Devo ammettere che Hrabal mi piace molto,come autore e come uomo. E’ stato un personaggio davvero singolare, di una cultura impressionante e mai ostentata che per certi versi mi ricorda la figura fondamentale che è stato mio nonno, e quindi, come non apprezzarlo?</p><p>Spesso le sue storie sembrano quelle che può raccontarti uno sconosciuto in osteria che si lascia andare ai ricordi, a volte anche in maniera confusa e con appassionato distacco può dare l'impressione di non approdare a nulla di concreto. Poi, viene fuori l'artista e lo scrittore vero e ti rendi conto che ti ha raccontato di un mondo reale, vero fino nel midollo, un mondo che ora non c'è più come le persone che lo hanno popolato. E questa voce, quest'io narrante da osteria, espressione vitale di un uomo di grande cultura, porta in sé il peso dell’ultimo baluardo in assoluta leggerezza e defilandosi nel finale, lascia, col suo passionale flusso, che la Poesia faccia il suo corso.<br />La goccia d'acqua che diviene mare, confondendosi in esso.
…all'inizio di tutto c'è la meraviglia e appena inizi a meravigliarti di qualcosa in un certo senso sussulti in un certo senso sei terribilmente passivo ma non è niente è solo un'umiltà piena però di scintillante attesa è lo stato che precede l'annunciazione e hai gli occhi aperti e hai l'anima aperta e all'improvviso la tua passività si tramuta nel suo contrario e tu non soltanto vuoi ma devi trascrivere tutto e scrittore è colui che inizia a ricopiare ciò che ha visto e ciò che si è illuminato e non è altro che una grande gioia di qualcosa, del fatto che c'è qualcosa al di fuori di te... "( Vita nuova p. 193)
La pratica dei maestri Sufi è il whirling, vanno nel deserto e girano a braccia distese: il palmo della mano destra verso il cielo, quello della mano sinistra verso la terra. Non cadono, non perdono l'equilibrio, semplicemente quando tutto è stato, si lasciano andare...come se volassero. Queste prime 600 pagine di Hrabal sono state così, vorticanti ma con un baricentro stabile.
La sua scrittura mi protegge, il fluire delle frasi aderisce come una seconda pelle.Tutti i sensi stanno partecipando alla lettura: un caleidoscopio sensoriale che mi rapisce. La sua scrittura regala una libertà preziosa e traboccante di pulsazioni, come un cuore pieno di vita.
C'è un senso musicale in tutto questo e sempre più son piena di meraviglia nel constatare che cambia solo un codice di lettura: note, parole,colori...rimane la meraviglia. Mi piace averlo seguito dall'inizio, aver letto i primi lavori, i primi collages embrionali. Incontrare Caino e ritrovarlo in Treni Strettamente Sorvegliati. Osservare il movimento dei personaggi, raccolti da una storia e re-invasati in un'altra. Hrabal sei tu? Si, sei tu...appoggiato a un muro a Praga mentre trascrivi dialoghi, sei tu operaio in fabbrica e nomade da una casa all'altra. Leggo la tua vita e le tue vite parallele in presa diretta ed è così reale che a volte rimango intontita mentre leggo.
Ed ora , dopo più di un mese che mi fai compagnia, che la tua scrittura accompagna i miei giorni e parte delle mie notti, come mi sento? Mi sento malinconica, una malinconia inesplicabile e questo è uno stato d’animo che si intona con la mano che ripone il libro, che s’intona con una parte di me che ama la solitudine e molto, che ama la sensazione di sentirsi a tu per tu, con e per se stessi.
Sono molte le frasi che mi sono appuntata, gli echi di altre risuonano ancora e vagano, rimbalzano e brillano. Eccone una che da giorni continua a ritornare.
“…voi tutti sforzatevi di sollevare un poco la pelle della materia, cercate di raggiungere le splendide mucose delle forme vive e di quelle prive di vita, non abbiate paura ed eseguite la vivisezione non solo di voi stessi, ma di qualsiasi cosa, perché solo così potrete stupirvi fino alla fine della vostra vita comprendendo che la materia ha creato gli occhi umani solo per potervi scorgere e riconoscere la propria miliardoedrica bellezza.”
Bohumil passa intere serate in un angolo della birreria “Alla tigre d’oro”, via Husova 17, Praga. Il capo chinato su un grosso boccale di vetro spesso, colmo fino all’orlo di Velké Popovice 12.
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