La fregatura con questo romanzo è che ogni volta che compare Ellery te lo immagini paro paro a John Hutton, attore che lo impersonò nel telefilm, e pure l'ispettore Queen e Vilie!
Non che ci sia qualcosa di male, ma purtroppo il telefilm era molto ma molto meglio.
La storia c'è, ma è una di quelle che invecchia male, e l'importanza del cilindro, che era ovvia all'epoca, nel nosto tempo si perde, quando non annoia.
Pesa anche il fatto che è il primo scritto dagli autori, e si vede, così come si vede l'epoca nelle molte, noncuranti, frasi che ora si leggono come razziste, ma che negli anni venti erano normalissime.
I gialli di Ellery Queen sono una garanzia di divertimento, in particolare questo episodio è una vera e propria sfida al lettore, non mi sono sforzata a dire il vero più di tanto, perchè troppo concentrata su dialoghi e ambientazione che meritano a mio avviso ancor più interesse della trama del giallo. Divertente la coppia padre e figlio, dinamica l'azione anche se si svolge tutto al chiuso di un teatro.
Durante il secondo atto di una commedia gangsteristica, in scena al Roman Theatre di Broadway, il losco avvocato Monte Field muore, avvelenato. Una delle cose strane di questo caso è il fatto che i posti intorno a quello della vittima non sono stati occupati, anche se la rappresentazione ha registrato il tutto esaurito. Si occupa delle indagini l'ispettore Queen, aiutato da suo figlio Ellery, bibliofilo e investigatore dilettante...
Pubblicato nel 1929, La poltrona n°30 è la prima indagine di uno dei detective più acuti e famosi della storia del mystery, Ellery Queen, che è anche lo pseudonimo dei suoi creatori, i cugini Frederic Dannay e Manfred B. Lee.
Oltre a presentare un'ambientazione teatrale e affascinante nella New York del Proibizionismo e una trama davvero ingegnosa, plausibile e coinvolgente, il romanzo ha introdotto una novità nel genere giallo/poliziesco, ovvero "la sfida al lettore"; ad un certo punto, l'autore si rivolge direttamente ai lettori e, sapendo di aver fornito tutti gli elementi necessari, li invita a risolvere il mistero.
Io non ci sono riuscita. E voi?