Seguo il ciclismo da quando ero bambina, grazie ad un papà appassionato e a quel senso generale di sportività e accoglienza che subito mi colpì quando vidi una tappa per la prima volta. Erano tutti lì, tante formichine colorate che viste dall’altro si muovevano compatte sull’asfalto, ad una velocità incredibile, circondate da scritte, striscioni, ma soprattutto tante persone lì, sul ciglio della strada, che continuavano a gridare, tifare, battere le mani e salutare, salutarli tutti al loro passaggio, tanto il primo che volava in testa quanto l’ultimo, che faticando di più ce la stava mettendo tutta.
E’ proprio questo aspetto forse che mi colpì….
La gente, gli applausi, le chiacchiere tra i ciclisti stessi a due-tre ore ancora dall’arrivo, la sensazione di star assistendo alla rappresentazione reale dello sport quello vero, quello senza la competizione estrema, dominato dalle apparenze, dai soldi, dai media.
E la sensazione di rabbia quando vedi che le uniche notizie che emergono di questo sport e che attirano l’attenzione sono i casi di doping, presunto aggiungerei io, che ormai sembra colpire il 60/70% dei corridori, quando basta anche un’aspirina per essere condannato, quando ovunque è così ma nel ciclismo esce fuori perché probabilmente è uno dei pochi sport genuini ancora rimasti, e quindi fa subito scalpore. Ed ecco allora che si preferisce credere all’immagine distorta e degradata che se ne dà, si preferisce condannare senza assoluzione chi, come il Pirata, a causa di una debolezza personale viene giudicato negativamente senza possibilità di appello…nonostante le vittorie, l’umanità, l’emozione ad ogni scatto in solitaria…
e allora io dico no….c’è molto più di tutto questo…. il ciclismo è uno sport che nonostante tutto continua a rimanere sano, vero, è lo sport in cui sul traguardo si tifa anche l’ultimo che arriva, in cui chi corre è una persona qualunque che segue una passione, a cui possono partecipare tutti, professionisti e non anche nelle gare importanti, in cui la macchina dei soldi è lasciata in un angolo, in cui leggi la passione e la determinazione sui visi in volata, distrutti, imperlati di sudore ma così convinti….è lo sport di Coppi e Bartali che, acerrimi rivali da sempre, si passano la borraccia in un momento di tensione e difficoltà, lo sport in cui chi cade è, sempre, aiutato a rimontare in sella, anche dal proprio rivale, perchè se manca l'avversario non è mai la stessa cosa...