Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non solo d'Italia, ma di tutto il mondo. Questo disse Giorgio De Chirico dopo averla visitata. Lo colpì talmente che i suoi quadri più celebri e affascinanti , ossia quelli delle piazze metafisiche, presero spunto proprio dalle geometrie sabaude.
Torino è da sempre considerata una città magica, esoterica così com'è posizionata fra i due triangoli della magia bianca e di quella nera.
Si dice che il pensatore Nietzsche, il quale soggiornò in via Carlo Alberto e ne declamò la grande bellezza, ad un certo punto impazzì alla vista di un uomo che frustava un cavallo. Insomma una città che non lascia indifferenti, vuoi per l'architettura essenzialmente barocca di grande opulenza, vuoi per l'ortogonalità delle sue strade o per essere circondata dalle montagne da un lato e dalla collina dall'altro.
Quante leggende si porta dietro la mia città. Si potrebbe parlare dell'enigmatica statua che sulla scalinata della Gran Madre regge una coppa che pare raffiguri il contenitore del graal, o proseguendo si potrebbe parlare di Piazza Statuto, ove la leggenda narra via sia la porta degli inferi o come ancora il demonio sia raffigurato in varie effigi scolpite sopra immensi portoni in legno sparsi per la città.
Ma Torino è stata anche purtroppo la città martire per eccellenza, in quei terribili, sanguinosi anni di piombo. Torino è stata la prima Capitale e la città che per anni è rimasta "ostaggio" del dominio assoluto della fabbrica di auto, impossibilitata a donarsi un altro futuro che non fosse quello della "Detroit italiana", fatto che contribuì a renderla, nell'immaginario collettivo, una metropoli grigia e fredda. E grigia lo fu davvero, sino a quando non si scrollò di dosso questa etichetta e apparve al mondo, nel clima olimpico, come una città affascinante e misteriosa.
Il libro del duo Messori -Cazzullo analizza i vari aspetti di Torino in una sorta di dialogo a distanza fra i due. Ho trovato la prima parte piuttosto pesante (e noiosa); un pò meglio quella più aneddotica scritta da Cazzullo. Vi sono in particolare due passaggi che mi hanno colpito. Il primo riguarda la visita di Vojtyla nel 1988 per il centenario della morte di Don Bosco, il quale durante quei giorni apparve scosso e formulò la frase ripetuta più volte "Torino convertiti!", aggiungendo che dove vi è una forte presenza di Santi è perchè se ne sente la necessità e concludendo che "Torino per me era e resta un enigma ma sappiamo che là dove ci sono i Santi entra anche un altro che non si presenta col suo nome. Si chiama principe di questo mondo, cioè il demonio". Il che detto da un papa fa una certa impressione....
L'altro episodio, alquanto oscuro ma di sicuro interesse concerne l'organizzazione di un carnevale esoterico proprio in Piazza Statuto. Qualcuno osservò che non fosse prudente scherzare con certe cose ma la manifestazione si fece lo stesso. A poche centinaia di metri di distanza, qualche giorno dopo prese fuoco il cinema Statuto dove trovarono la morte 64 persone. Casualità? Destino? O altro? Ognuno ha le proprie convinzioni.
Insomma il libro si può leggere, anche se, ripeto, alterna parti decisamente interessanti ad altre di notevole pesantezza, ma può essere un punto di partenza per chi desidera visitare la "piccola Parigi" così chiamata per le notevoli somiglianze con la metropoli francese.