Bello, ma non quello che mi aspettavo di leggere

Sì tratta di un breve saggio dell'autore del (giustamente) celebrato "Walden". Mi aspettavo un libro molto più incentrato sulle esperienze dell'autore, sulle sue escursioni nella natura, nei boschi, con riflessioni sì, ma che fossero intimamente connesse con l'esperienza del camminare in mezzo alla natura. Il contenuto è solo in parte così: dei boschi, dei fiumi e degli animali si parla, ma Thoreau si sofferma assai poco sulle dinamiche mentali, sui moti interiori di colui che passeggia; le riflessioni, pure interessanti in certi punti, ruotano più che altro sul rapporto tra natura e civiltà, tra mondo degli uomini e mondo selvaggio. È convinzione dell'autore che il contatto, fisico oltre che mentale, con la natura allo stato selvaggio, brado e incontaminato, eserciti un effetto rigenerante sugli umani, sia i singoli che le nazioni: tornare alla fonte incontaminata della vita aiuta a elevare i pensieri, spazza via dalla mente le preoccupazioni, infonde coraggio, pensieri grandi e forza per attuarli. C'è qualcosa che riprende da pensatori europei precedenti (Rousseau e l'idea che la Natura sia fondamentalmente buona e la civiltà no) e qualcosa di peculiarmente americano: il mito dei grandi spazi, della frontiera, dello spingersi verso Ovest per cominciare qualcosa di nuovo e grandioso. Il tutto è molto suggestivo, interessante, spesso condiviso da me, anche se Thoreau, a mio avviso scrive saltando un po' troppo di palo in frasca, da un argomento a un altro senza sviscerarne a fondo nessuno.

Mar 22, 2024, 11:15 AM
"Se sei un uomo libero, allora sei pronto a metterti in cammino"

Thoreau, filosofo statunitense, scrive poco prima di morire nel 1862 “Camminare”, una raccolta di pensieri elaborati e scritti durante le sue lunghe escursioni solitarie nella natura selvaggia.

Nel piccolo libro cerca di trasmettere al lettore il desiderio di immergersi nella foresta e nella Natura per allontanarsi dalla vita di società, da tutto ciò che sia stato contaminato dall’uomo, dalla fretta, dai ritmi frenetici, anche a costo di disubbidire alle norme e alle costrizioni della società stessa.

Per Thoreau però il contatto con la natura non è sufficiente: bisogna camminare, per ore, tutti i giorni. Non per fare esercizio fisico, ma per staccarsi completamente dai propri (inutili) pensieri quotidiani arrivando a guardarsi dentro, di entrare in sintonia con le piante, i minerali, gli animali. Insomma bisogna camminare per realizzare un legame con la natura tutta e quindi, di conseguenza, con la propria essenza.

Thoreau non si interroga solo sulla Natura, ma anche sull’importanza del sapere e della conoscenza, chiamata ignoranza costruttiva, diversa dall’ignoranza, detta conoscenza sterile.

"L'ignoranza di un uomo è talvolta non soltanto utile, ma bella, mentre il cosiddetto sapere è spesso ancor meno che utile, e decisamente brutto. Con quale uomo è preferibile avere a che fare, con uno che non sa nulla di un argomento e, cosa estremamente rara, sa di non sapere nulla, o con uno che ne sa realmente qualcosa, ma pensa di sapere tutto?"

Oggi siamo abbastanza abituati a questo modo di pensare "ecologico". Ma nel 1832, questa era una visione decisamente diversa, controcorrente e avveniristica.

Camminare quindi. Per elevarci spiritualmente, per riflettere, per scappare anche, perché no, dai nostri problemi quotidiani, spesso banali. Gioire di ciò che c’è di vero e di incontaminato (anche se ormai di incontaminato c’è pochino…) e godere di ciò che non appartiene a nessuno.

Sembra facile…e potrei chiudere qui.

Ma… Non posso non esprimere qualche dubbio in merito. Possiamo immaginare oggi (forse negli USA nel 1800 si poteva) una società di individui che lasciano la società e le sue regole per integrarsi nella Natura incontaminata? E’ meglio fuggire (perché di fuga si tratta) o combattere e migliorare le condizioni della convivenza civile? E’ necessariamente vero che sempre, proprio sempre, il progresso sia negativo?
Va bene, caro Thoreau, la tua visione mi piace, è romanticamente ineccepibile e mi ha fatto riflettere molto. Ma forse, oggi, la considero un pochino utopistica.

Jan 5, 2016, 7:15 PM
"Quanto è vicino al bene ciò che è selvaggio"

"...non posso non rabbrividire quando mi accorgo di essere sino a tal punto coinvolto nelle faccende quotidiane, per utili che siano...Se sei pronto a lasciare il padre e la madre, e il fratello e la sorella, e la moglie e il figlio e gli amici e a non rivederli mai più; se hai pagato i tuoi debiti, e fatto testamento, se hai sistemato i tuoi affari, e se sei un uomo libero, allora sei pronto a metterti in cammino."
Un pò forte, ma la letteratura serve anche a metterci in difficoltà, alla prova...

Sep 1, 2008, 5:25 PM