4/10

Libro comprato basandomi unicamente sul titolo, sperando fosse un romanzo sulla vita di Federico II, uno dei miei personaggi storici preferiti.
Una delusione su tutti i fronti, in primis quello federiciano.
In tutto il libro l'imperatore pronuncerà sì e no sei battute e le (rare)volte che comparirà sarà per essere usato come Deus ex machina dalla scrittrice per far incontrare i suoi personaggi. Una personalità così affascinante ridotta a becero trucchetto narrativo, che tristezza.
Perdipiù, per poco che appaia, quel poco riesce a essere, se non sbagliato, certamente fazioso. Sembra di trovarsi davanti non ad un grande imperatore ma a un santo: buono e magnanimo solo lui, tollerante con tutti, mentre la Chiesa cattiva cattiva lo tratta taanto male, poverino. Ma basta, non se ne può più! Tutto questo mettendosi le fette di salame sugli occhi rispetto agli orrori causati dall'imperatore durante il suo regno.
Federico bocciato, dunque.

Passiamo alla presunta "storicità" di questo romanzo.
Bene, non esiste. O meglio, esiste a livello di "grande storia": gli avvenimenti fondamentali, i matrimoni dell'imperatore, le guerre, gli scontri con il papato. A livello di vita quotidiana dei personaggi, di atmosfera nelle strade del 1200 (che, per inciso, è una cosa difficilissima da rendere, che richiede molto studio, qui assente, e è una delle cose che più mi affascinano e che cerco in un romanzo storico) invece non ci siamo proprio.
I personaggi e le vicende principali di questi sono talmente anacronistici da risultare ridicoli anche a chi abbia una conoscenza da liceo dell'epoca storica in questione. Non c'è un personaggio che sia cristiano, cristiano davvero, neppure a pagarlo e, quando c'è (il monaco che si occupa di Pietro) salta fuori che ha preso i voti perché omosessuale. WTF?
Non solo non c'è un credente che sia uno(e se la cosa è più che normale per uno o due personaggi, diventa assurda se estesa a tutto il cast di principali e comprimari) ma neppure la mentalità si salva. L'autrice ha preso la sua mentalità di donna laica del 2000 e l'ha sbattuta nelle menti dei suoi personaggi. Questo è inaccettabile, mi spiace. Se si vuole scrivere un romanzo storico ci si documenta, si studia, si lavora per entrare nella mentalità dell'epoca in esame. Altrimenti si scriva un romanzo ambientato ai nostri giorni e fine della questione.
"Storicità" bocciata.

Dei personaggi neanche merita occuparsi, tanto sono irrimediabilmente rovinati e assurdi.
Le loro storie sono all'incirca quelle di una soap-opera in costume (di cartapesta) e non sono mai riuscite ad interessarmi.

Signora, Tani, lasci perdere la storia, è meglio.

Nov 10, 2011, 9:17 AM

Anacronistico.

Oct 7, 2011, 7:26 AM

E' proprio un brutto libro! Ha le pretese di un romanzo sorico, ma le notizie storiche sono completamente avulse dalla trama, gettate lì come per caso. I prsonaggi parlano (che orrore i dialoghi!) come i protagonisti delle peggiori fiction. L'ambientazione è medievale, ma non c'è nulla di quel periodo, nè nelle descrizoni, peraltro molto scarne e banali, nè nello spirito dei personaggi. Le vicende sono assurde e gli intrecci decisamente artificiali.In breve ho trovato questo romanzo sciatto e superficiale, scritto con un linguaggio banale, poco documentato e molto commerciale.

Jul 25, 2009, 8:02 AM