Prequel della saga Hunger Games, 4° libro, qui conosciamo la storia del temibile Coriolanus Snow e dei fatti che l’hanno portato a capo di Capitol City.
In un America di un futuro non ben definito, in una situazione post-bellica, la rivolta dei ribelli contro il governo non ha avuto successo e per punire gli stati, controllarli con la fame e la paura, vengono delimitati in distretti isolati gli uni dagli altri e istituiti gli Unger Games. Sono giochi in stile gladiatori ma tra ragazzini, durante i quali due rappresentanti di entrambi i sessi, per ognuno dei 12 distretti, vengono chiamati a sfidarsi in una lotta all’ultimo sangue in un arena, uno solo sarà il vincitore, il tutto ripreso dalle telecamere e diffuso in diretta.
Il libro inizia a 10 anni dall’istituzione dei giochi, in un momento in cui i dirigenti vogliono rendere l’avvenimento più incisivo nella vita degli abitanti e non più un semplice proforma, infatti in questa ultima edizione saranno coinvolti studenti meritevoli di Capitol City che faranno da mentori ad ognuno dei tributi.
Snow si distinguerà sugli altri.
Interessante l’evolversi dei fatti, drammatico ritrovarsi di nuovo in un clima di fame e dolore, crudeltà e morte, insolito non parteggiare completamente per il protagonista e mi fermo qui per non spoilerare.
Nell’insieme mi è piaciuto ma non pienamente soddisfatto, manca un collegamento dei fatti vero e proprio con la serie, forse la Collins ha lasciato spazio per un nuovo episodio? O forse dovrei rileggermi l’ultimo libro della saga “Il canto della rivolta”, suggerimenti?
E coraggioso, visto il protagonista scelto... Storia interessante, soprattutto fino al termine dei giochi. Ho trovato meno appassionante la seconda parte del libro, anche se il finale è notevole. Bello il personaggio di Lucy Gray, su cui resta un alone di mistero. Da leggere ascoltando le interpretazioni delle canzoni di Maiah Wynne sul Tubo.
Sicuramente più crudo e austero dei precedenti, come se l'autrice abbia compreso che i ragazzini di 15 anni fa, che hanno apprezzato la trilogia, oggi sono uomini e donne, con esigenze di lettura bisognose di approfondimenti.
Ok è un distopico, ma questo non vuol dire che non faccia numerosi riferimenti al mondo reale, non tanto per il rischio: "occhio che può succedere anche a voi!" ma più per il: "sotto, sotto sai che sta già accadendo".
Vediamo un punto di vista diverso, sta volta si è fuori dai giochi, come spettatori.
C'è tanta etica ma anche tanto romanzo, ci ho visto un po' di Notre dame de Paris e La bella è la bestia, mantenendo l'originalità.
Il protagonista è un cattivo che non convince come cattivo, ma più come personaggio grigio in evoluzione negativa. In ogni caso è stata una bella lettura per comprendere come si è passati dagli "Hunger Games punizione", agli "Hunger Games punizione/spettacolo".
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Mi sa che non ci saranno altri libri, visto il lungo tempo passato, e poi so che è uscito il drago con l'edizione compatta, questo mi fa pensare che l'autrice non abbia intenzione di proseguire. Un vero peccato, perché andare avanti di una decina danni, per scoprire nel dettaglio l'anno in cui vinse Haymitch sarebbe stato interessante.
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È un libro che avevo snobbato sino a questo momento per le recensioni negative, giudicato pesante e con troppe canzoni. Vista l'uscita del film non potevo tirarmi ancora indietro dalla lettura, e non me ne trovo affatto pentita.