La chiamo << normalità >> quella ritratta in queste pagine. La mia vita, il lavoro, i ruoli che mi impegno ad adempiere ogni giorno affinché possa raggiungere un sufficiente fabbisogno individuale e personale. Se non fossi stata protagonista di ciò che seguono, così da vicino, le vicende di un normalissimo medico, come del resto credo lo sarei stata se non ci fossi stata così invischiata, il tono di questa recensione sarebbe diverso: meno consapevole, ma più sorpreso e trascinante. Altrimenti, la lettrice di adesso non sarebbe la stessa. La quasi trent’un enne che è in me non sarebbe qui, a riporre queste righe, a parlare e a comprendere qualcosa che forse non avrebbe mai compreso sino in fondo. Avrei letto Il buon dottore per semplice curiosità, cercando di raddrizzare i torti del mondo e una volta chiusa questa porta non ci avrei pensato due volte ad uscirne. Questa lettura però si confece perfettamente al mio animo semplicemente perché mi è stata molto più vicina di quel che credevo. La mia anima si è completamente legata a quella di questo romanzo semplicemente perché io lavoro con un dottore, sono la sua assistente, il suo braccio destro, e certe avventure lette le vivo sulla pelle, quasi ogni giorno. Perché sebbene ad organizzare e a giostrare il tutto sia il mio datore di lavoro, inevitabilmente ci sono dentro anche io!
Fu così che quando sentì la chiamata di questa storia sussurrare dalla mensola di una libreria fin troppo capiente, non ci pensai due volte a rispondere. Sarebbe stato davvero bello e interessante parlare con qualcuno che << mi avrebbe compreso >>, avrebbe capito cosa si cela dietro l’attività frenetica e intensa di un ambulatorio medico, e realizzare uno squarcio di umanità, nel sudario opprimente di visite e richieste fra le più disparate. Sicuramente Frank mi avrebbe capito, e senza quasi darmi il tempo di reagire, avremmo dovuto organizzarci ed agire.
Ho vissuto un’esperienza davvero bella, e, allo stesso tempo, strana, fra queste pagine, semplicemente perché mi è sembrato di vivere, mediante gli occhi di un altro, la mia vita. Di Frank e dei suoi amici non credo leggerò altro, ma… è solo che, tutto questo, mi è sembrato davvero realistico. Perché, come nella vita di tutti i giorni, la bellezza che carpisco mi rincuora, mi aiuta a vincere qualunque bruttura del mondo e indossando quella corazza invisibile che mi aiuta a contrastare ogni cosa, fui così colpita dall’insieme di dover ricordare a me stessa che la normalità che io ho riscontrato in queste pagine non fosse tale per Frank. Non avrebbe minimamente immaginato che, così, di punto in bianco, la sua vita potesse mutare assetto. Perché questa era tutt’altra storia da ciò che gli avevano raccontato e, poco convinto, avrebbe voluto vederla, constatarla con i suoi occhi.
Del resto, Frank aveva carattere, oramai era chiaro che dietro a un’acerrima passione per la medicina ci fosse tanta pazienza e forza d’animo. L’avevo capito, sin dal primo momento in cui lo conobbi, così simile a me, sempre sul pezzo, orgoglioso e talvolta testardo che non aveva paura di perseguire la sua strada. Ed insieme al desiderio di aiutare il prossimo, la capacità di farsi valere anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Nemmeno quando l’ombra del fallimento, ansie e perplessità varie che attanagliarono la popolazione acquisirono una loro importanza da non poterle più ignorare. La vita lo aveva posto dinanzi a delle sfide che bisogna assolutamente affrontare e, cascasse il mondo, a prendere atto.
Mentre mi affanno a divorare libri su libri, mi rendo conto che sono troppe le storie, i libri che vorrei leggere. Il tempo è sempre troppo poco, gli impegni sempre più importanti, ed io mi rendo sempre più conto che leggere tutto quello che si desidera è davvero impossibile: le mie librerie, presto o tardi, si riempiranno di opere mancanti di autori preferiti e non, ma pur quanto desideri cibarmi mi rendo conto è un'impresa davvero terribile. Così, sull'onda dell'impulso, ho letto questa storia e… che idiota poi mi sono sentita, seguendo appassionatamente le vicende ed entrando di soppiatto nel cuore di una storia realistica ed attuale! 
Molto probabilmente non avrei mai letto questo romanzo, se non fosse che la sua trama strizza l'occhio alla bellissima opera di Dino Buzzati, esaltando il tema dell'assenza e della solitudine. Con l'aiuto di un fidato compagno, Frank, ho portato a termine meno di trecento pagine, e poi mi sono data per vinta e mi sono fatta contagiare dal tono allegorico ma sofisticato. Elegiaco, quasi profetico.
Anestesia, il sangue ancora versato, il profumo della solitudine e dell'assenza fra le mani; niente che  non avevo mai letto. Come aveva fatto questa stramba forma di letteratura, ad insinuarsi in me? Di certo Damon Galgut sa parecchio al riguardo del Deserto che descrive piuttosto bene Dino Buzzati. Poichè perfettamente questo forte senso di estraneità, incompiutezza, dove la supremazia di uno stato totalitario predomina e subentra contro ogni cosa, come un effetto scatenante che innesca una sorta di avversione. Sembra quasi di leggere e scrutare attentamente quella che non è nient'altro che una visione quasi illogica, benedetta e profusa dalla gente nel forte desiderio di restare uniti.
Il buon dottore  è un romanzo che non dimenticherò tanto facilmente non per il suo essere solenne e realistico, bensì perché acquisisce una certa capacità di riversare, mediante parole che hanno gironzolato fra le stanze buie della sua anima, acquisendo una certa capacità di condividere i sentimenti umani. Perché, sebbene si desideri allontanarsi dal proprio guscio, non si può fare niente se non condividere questa triste <<condizione>> con gli altri. Dalla stessa anima del romanzo è scaturito qualcosa di estremamente potente. Di preciso non so se sia dovuto dalla condizione umana che l’autore delimita così bene, o dal significato nascosto di queste pagine che, nonostante la mole, colgono un silenzio che assorda le orecchie, sensazioni irreprensibili che hanno un che di fatale, moralista e che gravano nel cuore nel momento in cui le paure escono da crepitanti mura e l'infelicità si fa sempre più dolce. L'anima che batte orgogliosa le ali sopra l'umanità addormentata, a cui ci si aggrappa costatando come ciò che sembrava ridicolo, assurdo o superstizioso ha ora acquisito un certo valore. Pensando, crescendo, respirando trasformandosi in una storia in cui i gesti hanno una certa importanza. 
È una storia che inevitabilmente sottrae la felicità, e che ti costringe a compiere profonde riflessioni, limitandosi ad essere una semplice via di transito per se stessi. Una storia che trasmette estraneità, vulnerabilità nonostante si combatte per ottenere il contrario, introspettivo e attento intrappolato nel buio in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in equilibrio precario. Una piccola fortezza riassorbita dalle stesse parole con cui è stata raccontata.

Jun 30, 2023, 3:46 PM

Un ospedale privo di tutto in mezzo al nulla, in un ex bantustan, uno dei territori che nel regime sudafricano dell’apartheid venivano lasciati amministrare ai neri e in seguito sono stati abbandonati al degrado. Un confine (non viene mai nominato, ma penso sia quello con il Mozambico) attraverso cui passano traffici illeciti. Un protagonista sconfitto in partenza: Frank, medico sovrappeso, disilluso e rassegnato alla propria inutilità, mentre a distanza gli si spappola il matrimonio. E in mezzo a tutto questo capita un giovane medico idealista e tenace, pieno di generiche buone intenzioni, che col protagonista dividerà la stanza. Intorno, si addensano oscure minacce: un’auto bianca che compare dove ci sono violenze; il vecchio leader del bantustan, il Generale, creduto morto ma che morto non è; un ufficiale dell’esercito che ai tempi dell’apartheid Frank ha visto torturare un prigioniero. Damon Galgut disegna con grande finezza caratteri e atmosfere, portandoci in un’Africa fatiscente e corrotta, dove le relazioni umane sono complesse per chi abbia rinunciato, come Frank, ai vecchi privilegi. Nel finale non tutti i fili si riannodano come si sarebbe sperato, ma questa è l’unica pecca di un libro bello e scritto benissimo.

Dec 18, 2022, 7:28 PM

inutile, vuoto, senza speranza. mi vergognerei a lasciarlo in un book-crossing. la stella l'ha accesa il mouse per sbaglio e non riesco più a toglierla, questo è un cielo senza stelle, che per i naviganti era una tragedia, un dis-astrum...

Jan 17, 2010, 11:28 PM