Famiglia in un interno

Il filo conduttore è Ramsay: affabile accomodante, disponibile, bella, la forza centripeta della famiglia, la chioccia, lei e suoi otto figli." le sarebbe piaciuto avere sempre un bimbo piccolo da tenere in braccio, i suoi piccoli annidati nei loro lettini tra ciliegi e lamponi ".
Apprensiva, dubbiosa dilaniata dall' incertezze del futuro" Saranno perfettamente felici i miei figli? Quale sarĂ  il proprio futuro?".Si sposeranno?.
La sua mania di combinare i matrimoni: allora Paul Tayley con Minta Doyle sarà una coppia perfetta, e ,così anche, William Bankes con Lily Briscoe " c he tristezza vedere quell' uomo tutto solo in quella casa spoglia senza fiori". E li convince a fare lunghe passeggiate con la speranza di un felice connubio, perché è convinta che le persone devono sposarsi, devono avere figli.
La sua capacitĂ  di smussare gli angoli all' interno di un rapporto di coppia: lei ha i suoi impulsi i suoi scatti , suo marito i suoi fremiti le sue fisse .Opposti per vedute per atteggiamenti , per sentimenti, ma sicuramente complementari.Lui un po' burbero, egoista, egocentrico ,sempre sovrappensiero, senza una parola di approvazione verso i figli , sempre nascosto dietro la lettura di un libro."Lui desidera una cosa che lei ha sempre trovato difficile dargli: vuole sentirsi dire che lo ama".
La chiama una donna senza cuore, ma non è vero, la signora Ramsay è di poche parole, ma ama il non detto il linguaggio non verbale fatto di sguardi , di sorrisi di gesti amorosi.
La sua dipartita crea scompiglio nelle cose, nella casa, : una casa vuota, che percepisce la sua mancanza. Materassi arrotolati, tegami e porcellane ormai incrostate anneriti, screpolati, polvere e poi polvere.Dopo Dieci anni di assenza, di morte,
gli animi non erano più gli stessi, Lily , l' alter ego della signora Romsay, non si è sposata , e non se ne pente, la vita per lei ha preso una piega diversa e va bene così. Ama dipingere leggere , ha ancora un vecchio dipinto da completare, mancano i soggetti ....traccia una linea lì nel centro .Ecco il quadro è finito. Una linea per riempire una presenza che nessun simbolo geometrico potrà mai rappresentare.
Anche il faro è stato raggiunto : che delusione!!la lontananza crea strane aspettative com'è diverso il sogno dalla realtà , l' immaginazione crea brutti scherzi
E che dire, gradevole? no, troppo poco, ..superbo? No ..troppo distaccato.... armonicamente complesso ok .va bene questa definizione
Complesso, di sicuro, la nostra scrittrice con la scusa di invitare il lettore a fare una gita al faro, l'ha condotto all'interno di dinamiche relazionali complesse, dove l'aspetto psicologico gioca un ruolo fondamentale.Lei, come un turbine, solo con l'uso della sua penna, setaccia l' animo umano, e , va fino in fondo senza indugio, riportando in superficie i tormenti , dubbi, perplessitĂ  con una maestria unica
Ottimo il linguaggio: corposo, ricco di termini ricercati, dei "gioiellini" che deliziano la mente, ma soprattutto l'anima

Jun 1, 2024, 5:04 AM
"tutto dipende, pensò, dalla distanza"

Con un certo qual timore mi sono accostata a questa lettura, timore indotto dal ricordo (lontano ahimè) delle lezioni di letteratura del liceo in cui la prof di allora cercava di far capire a una platea di 18enni la bellezza e la grandezza di questa opera. Probabilmente ne leggemmo in classe estratti in lingua originale.
Risultato su di me: il pensiero che Virginia Woolf fosse una scrittrice inaccessibile cui non mi sarei mai accostata per desiderio.

E invece.
Complice la maturità [ndr. la distanza dalla me 18enne!] e l'allenamento alla lettura di qualsiasi prosa, anche per me è arrivato il momento di affrontare la mia gita al faro.

E che dire?
Ancora una volta esco ammirata e stupefatta dalla capacitĂ  dell'uso delle parole di questa donna. Dal suo riuscire a cogliere e rendere tangibili una serie di pensieri collaterali che pur riconoscendoli come miei, erano inafferrabili prima della lettura della sua rappresentazione scritta.

Il rapporto dei due coniugi Ramsey. Il legame misterioso e ineffabile che lega due esseri umani. L'incompresibilitá in alcuni casi dell'alchimia di una coppia. Il loro odi et amo, la sopportazione reciproca che ne sostanzia l'amore.

"pensò che sarebbe stato un errore voler semplificare il loro rapporto. Non c’era monotonia in quella felicità – lei coi suoi impulsi e i suoi scatti; lui coi suoi sussulti, e i suoi malumori."

Come la distanza o l'assenza sia in realtĂ  la misura che serve per leggere bene, a volta addirittura riuscire ad amare, chi da vicino possa risultare addirittura intollerabile.

"tutto dipende, pensò, dalla distanza – se le persone sono vicine o lontane;[..] Il sentimento s’era allungato, disteso, man mano che lui diventava più remoto."

Chi ha perso un genitore sa quanto la distanza, incolmabile a quel punto, porti ad un ripensamento del rapporto.

E la ricerca affannosa del senso (assolutamente soggettivo), mentre la vita ("allarmante, inaspettata e sconosciuta" fino alla fine), scivola tra le dita come l'acqua del mare durante una gita al faro.

"Così, pensò James, è questo il Faro, che per tutti questi anni avevano visto al di là della baia: una torre severa su una roccia nuda. Gli bastava."


Mar 10, 2024, 8:34 AM

Non è facile penetrare nello scritto di Virginia Woolf, nella sua visionaria ipersensibilità che deforma la realtà e la segmenta in mille pensieri. La prima caratteristica del suo scrivere –il primo libro che leggo dell’autrice- che mi ha colpito è stato il contrasto tra la lentezza della narrazione, priva sostanzialmente di una trama fatta di eventi e di azioni dei protagonisti, e la ricchezza dei pensieri, delle sensazioni e delle emozioni che attraversano il romanzo e pulsano nell’anima di chi scrive (e di coloro che ne sono espressione nell’opera). Sì, perché si tratta di un romanzo dell’infanzia e della memoria, dell’età in cui la MADRE è il centro del cosmo, è il faro che illumina, con il suo occhio vigile e amorevole, la realtà e le dà consistenza. Una madre bellissima, la signora Ramsay, amata ed ammirata da uomini e donne, altera come una regina e amorosa vestale protettrice della casa e dei suoi abitanti, perfetta ospite attenta ad ogni minimo particolare, una figura splendida delineata dalla penna geniale della scrittrice senza che ne sia mai descritto l’aspetto esteriore, esclusivamente attraverso il silenzioso flusso di pensieri dei personaggi, con le loro osservazioni e sfumature che, fornendo diversi punti di vista, danno al personaggio uno spessore psicologico e simbolico notevole. La morte non cancella la presenza della madre, anzi sono proprio la sua assenza ed il vuoto lasciato che, mettendo in movimento la memoria e il ricordo, annullano il tempo passato e permettono una congiunzione che annulla le distanze temporali, perché mai chi è assente è tanto presente nella coscienza di chi l’ama quanto nel momento in cui non c’è più (impossibile non pensare a Proust). Questo permette a Lily Briscoe, pittrice che frequenta casa Ramsay (nella cui figura si ritrovano l’amore e la disperata nostalgia di una figlia rimasta orfana di sua madre), di portare finalmente a termine il quadro che aveva interrotto dieci anni prima :”Era fatto, finito. Sì… ho avuto la mia visione”.

Dec 8, 2010, 10:28 AM