Non conoscevo l’autrice Claire Tomalin la cui sfera letteraria è focalizzata sulle biografie, ha una scrittura scorrevole e riesce a catturare l’attenzione del lettore con moltissimi dettagli talvolta minuziosi ma che aiutano a capire meglio le personalità.
Nel caso di questo libro credo che il profilo di Dickens sia uno dei più complessi da presentare, scrittore amatissimo ancora oggi, le sue storie sembrano rivelare anche la sua mentalità e i suoi principi. E in teoria questo è vero, ma solo in teoria perché nella pratica nella sua vita dovette fare i conti con un evento che lo investì profondamente e con l’esigenza di proteggere la sua immagine e al tempo stesso vivere un amore profondo che lo accompagnò negli ultimi dodici anni della sua vita.
Quando fece la conoscenza della famiglia Ternan, composta da madre e da tre giovanissime figlie, egli era all’apice della sua notorietà, grande appassionato di teatro mise in scena una commedia scritta con W. Collins, suo grande amico, e si avvalse delle Ternan che gli erano state segnalate come buone attrici e che aveva visto recitare.
Ma chi erano le Ternan? Provenivano dall’ambiente teatrale da alcune generazioni, la signora Ternan rimasta vedova, dovette provvedere insieme alle figlie al proprio sostentamento, non era cosa insolita nell’ambiente teatrale, dove le donne non avevano una grande reputazione sociale in epoca vittoriana ma a differenza del modello dell’angelo del focolare, esse erano già molto avanti, imprenditrici di se stesse, economicamente autonome, e con un notevole bagaglio culturale dovendo fin dalla tenera età imparare copioni di opere di grandi scrittori, come Shakespeare, sonetti, poesie, canti ecc. Dovevano anche confezionarsi gli abiti di scena, e si sottoponevano ad ore e ore di prove, ovviamente non tutte emergevano, ma nella stragrande maggioranza il mondo artistico teatrale era di buon livello, viaggiavano continuamente e si trovavano a contatto con tante realtà diverse, certamente non era una vita facile e spesso vivevano in grande povertà, ma il mondo teatrale era anche fortemente solidale.
Quando Dickens fece la conoscenza di Mrs. Ternan e delle sue figlie: Fanny, Maria e Nelly esse erano affermate, le ragazze promettevano molto bene, Fanny la maggiore era stata una bambina prodigio, e le sue due sorelle calcavano le scene con grande impegno e serietà.
Quando Dickens si innamorò di Nelly era ben consapevole di dover conquistare tutto il nucleo familiare, divenne assiduo frequentatore della famiglia, sostenendo e stimolando le ragazze, quando fu palese il suo intento non trovò grandi resistenze da parte di Mrs. Ternan, pur di condurre la cosa con la massima discrezione e con il minor discredito per le sue figlie specialmente per Nelly.
Ma anche per Dickens sostenere una relazione extraconiugale rappresentava un grande problema, a differenza di Collins, che manteneva allegramente anche due amanti contemporaneamente e che non badava alla reputazione, per il nostro scrittore era importante mantenere la sua immagine intatta.
Per separarsi e distogliere l’attenzione dalla sua frequentazione con Nelly, diffamò pubblicamente la moglie Caterina, le sottrasse tutti i figli (tranne il maggiore che già grandicello oppose ferma opposizione e rimase con la madre), con la complicità di Georgina, la sorella minore di Caterina che si prese carico della gestione familiare e della casa di Dickens, gli restò al fianco tutta la vita, proteggendolo dalle maldicenze, e offrendo la sua complicità in tutti gli aspetti legati a Nelly.
Dickens intestò una casa a Nelly dove vivere con la madre, offrì a Fanny un lunghissimo soggiorno a Firenze per prendere lezioni di musica e di canto, raccomandandola a Frances Trollope con la quale strinse una forte amicizia che successivamente sfociò nel matrimonio con Tomas Trollope, all’epoca giornalista e corrispondente in Italia.
Dopo il matrimonio l’atteggiamento di Fanny rispetto alla relazione della sorella cambiò, si preoccupava della rispettabilità della famiglia Trollope, lo stesso Anthony affrontò Dickens sulla questione, con il risultato di rompere l’amicizia che li legava, da quel momento Dickens e Fanny si evitarono accuratamente. Quella con i Trollope non fu l’unica rottura, anche con Thackeray che lo affrontò pubblicamente e divenne intimo amico di Caterina. Fu la stessa cosa anche con amici impresari teatrali ai quali chiedeva favori e raccomandazioni per le due sorelle ma che al loro rifiuto generavano forte risentimento in Dickens.
Ho riassunto in maniera molto succinta tutte le vicissitudini che furono affrontate nel corso di dodici anni, ma furono più le pene che le gioie, dal nascondersi sotto nomi falsi in località estere alle difficoltà e sotterfugi delle frequentazioni in Patria, oltre Georgina pochi erano gli amici fidati informati dei fatti, per Dickens fu un’altalena emotiva molto forte, dai sensi di colpa all’esaltazione, dalla frustrazione alla spavalderia, e così fino alla sua morte che avvenne in una delle sue visite presso Nelly fuori Londra, fu portato moribondo in carrozza fino a casa da Georgina e insieme a Nelly inscenarono una versione credibile del suo malore fatale.
Alla sua morte, Georgina, gli amici fidati, i suoi esecutori testamentari, persino i figli, distrussero tutta la corrispondenza compromettente, e la ricostruzione della relazione e degli eventi è stato frutto per la maggior parte tratto da documenti e da fonti indirette e dal poco che si è salvato dalla distruzione.
La narrazione prosegue con la vita di Nelly dopo la scomparsa di Dickens, che fu liberatoria, finalmente poteva essere se stessa e fare vita di società a testa alta.
Contrasse un buon matrimonio ed ebbe due figli, un rovescio finanziario la ridusse in povertà, la vedovanza fu un altro duro colpo e finì i suoi giorni con Fanny anche lei vedova e con poche risorse economiche.
Una lettura appassionante, oltre che per la relazione e la sua faticosa conduzione, per lo spaccato di vita teatrale affascinante e interessante, nucleo centrale della vita sociale, non solo come intrattenimento ma come fonte culturale e di costume.
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Charles Dickens conobbe Ellen Ternan nel 1857, quando lei aveva diciotto anni e lui trenta di più, e l’amò fino alla morte, nel 1870. Se lei abbia amato lui, non è dato sapere. Perché la vicenda che li ha legati è uno dei segreti meglio conservati della società vittoriana.
Lui è il romanziere di fama mondiale, alfiere della moralità e della felicità coniugale e domestica. E il complotto per nascondere la relazione fu talmente compatto e perfetto che fino agli anni trenta del novecento non se ne seppe praticamente nulla.
Claire Tomalin, abilissima biografa con il dono della narrazione, ricostruisce a partire dalle scarne prove documentarie non soltanto la storia della loro relazione, ma una vita intera – quella di Nelly Ternan, appunto, la “donna invisibile” – che riassume in sé le molte ipocrisie della società vittoriana.
Così scopriamo, per esempio, che la carriera del palcoscenico era per le donne dell’epoca uno dei pochi lavori che consentiva loro di mantenersi in perfetta autonomia. Spesso le più in gamba diventavano addirittura impresarie e gestivano da sole un teatro o una compagnia, dovevano imparare a parlare e a comportarsi – in scena – come autentiche nobildonne, giravano il mondo, studiavano, si preparavano da sole costumi e fondali di scena, spesso e volentieri si sbarazzavano dei mariti scegliendo la strada dell’indipendenza. D’altra parte, però, erano considerate dalla società poco più che prostitute, e un passato nel teatro era considerato un segreto vergognoso, da nascondere con cura.
Nelly dunque di segreti vergognosi ne ha due: è un’ex attrice, figlia e sorella di attrici, e ha una relazione con un uomo sposato (seppur separato) molto più vecchio di lei, che si dà il caso sia l’uomo più famoso d’Inghilterra. Durante i tredici anni di rapporto con Dickens Nelly scompare a tutti gli effetti, ma quando ne riemerge, dopo la sua morte, la timida e sprovveduta diciottenne è diventata una donna colta, elegante, sicura di sé, ancora giovane e bella, libera di iniziare una nuova vita.
Nel ritrarre Nelly naturalmente la Tomalin racconta la società in cui vive, le donne e gli uomini del suo tempo, l’ambiguità di Dickens e di amici e parenti che lo coprono... insomma, una vicenda interessantissima, narrata da una biografa di razza. Da leggere con grande godimento.
Ogni traccia dell'esistenza di Nelly Ternan, amante di Charles Dickens per tredici anni, era stata sistematicamente cancellata. Claire Tomalin si trasforma in un detective abilissimo e riesce a ricostruire, seppure sulla base di una documentazione molto frammentaria, la vita di Nelly dalla sua nascita in una famiglia di attori, fino alla morte avvenuta quaranta anni dopo quella del suo famoso amante, accuratamente cancellato dalla sua esistenza così come ogni dettaglio sulla sua vita precedente. Ma è anche la storia della vita eccezionale delle tre brillanti sorelle Ternan con un'analisi approfondita delle condizioni di vita degli attori nel XIX secolo.