la trasposizione a fumetti di un’opera teatrale scritta
DA JODOROWSKY PER MARCEL MARCEAU
Seconda guerra mondiale, la Francia è occupata dai tedeschi. Pietrolino, saltimbanco dal profilo spigoloso preso in prestito a Marcel Marceau porta avanti la propria poetica battaglia personale per la bellezza in mezzo alla polvere e al frastuono di una Parigi tormentata dall’occupazione nazista. Con i gesti delle mani conduce i suoi spettatori in una affascinante realtà lontana dal conflitto, improvvisando spettacoli per strada e nei bar. Finché la brutalità degli uomini ha la meglio sull’artista, che si ritrova da un momento all’altro privato del proprio talento e àncora, l’uso delle mani. La lotta privata si fa straziante e commovente, Jodorowsky e Boiscommun esplorano il dolore del mimo idealista (nel costante tentativo di sdrammatizzare) che ha perso gli strumenti di lavoro. Finalmente la liberazione, e Pietrolino trova la forza di reinventarsi e ricominciare, affiancato e sorretto dall’affetto di amici vecchi e nuovi. L’universo magico del circo apre ancora una volta la strada alla fantasia, che ora spicca il volo guidata da un paio di guantoni rossi da boxeur...
Forse traggono in inganno i disegni, davvero belli belli e con un bel gusto cromatico.
A sciupare tutto però è la narrazione, veloce velocissima che lascia i personaggi come "monchi". Dal protagonista versione "Sweeny Todd" burtoniano al pappone odioso brutto e cattivo, nessuno riceve una cura psicologica degna di nota e personaggi come Simio, l'aiutante, che rimangono sullo sfondo ma con tenacia ed uno scopo, rimangono semplicemente indecifrabili e pure un po' antipatiche.
Veramente un peccato.