Sono quattordici i racconti che formano la raccolta Se mi distraggo perdo della giovane catanese Anna Giurickovic. Con una scrittura vivace, moderna non scevra di una singolare delicatezza, quasi sfiorandoci l’autrice ci apre le porte di un universo tutto al femminile, con le sue molteplici varianti, con le sue fragilità e paure, avendo cura di non tralasciare alcuna sfumatura. Sono storie molto diverse tra loro e ognuna di esse risulta filtrata dall’occhio e dal sentimento di donne che, a modo loro, hanno affrontato l’amore, il rapporto filiale, la morte, l’abbandono. Le protagoniste della raccolta si nutrono di pensieri, vivono degli stessi, ripercorrono, come se stessero guardano un album di vecchie fotografie, il loro passato senza mai tentare di riscriverlo o accettano il presente e le scelte altrui aspettando, spesso in silenzio o tra le parole di un monologo interiore, che le cose cambino o che qualcuno ritorni. Son donne che sussurrano, non urlano. A fine lettura rimane addosso un alone di malinconia, quasi soave, mai fastidioso.