Le preghiere di Mendel

Rimpallando da un Roth all'altro il rischio di rimanere delusi è trascurabile.
Se poi, il protagonista si chiama Mendel Singer richiamando cosi alla memoria il magnifico Mendel dei libri dell'immenso Zweig e i favolosi Singer Bros (Isaac e Israel), la lettura non può che aprirsi sotto i migliori auspici.
E infatti...

È un romanzo scoppiettante, anche se non allegro, in cui le cose succedono in rapida successione.
È fatto di sogni, desideri e speranze, ma è soprattutto un romanzo sullo sradicamento, la paura, la separazione, la perdita e l'abbandono.

Il dolore lo renderà saggio, la bruttezza buono, l'amarezza dolce e la malattia forte.

Una storia già narrata da molti, ma solo da alcuni così bene.

Per lui era come se fosse stato scacciato fuori da sé stesso, così avrebbe dovuto vivere d'ora in poi. [...]
E mentre si formava un sorriso intorno alle sue labbra e mentre il suo capo si scuoteva, il suo cuore cominciò lentamente a gelarsi, batteva come un martello di ferro contro un freddo vetro.
Era già solo, Mendel Singer: era già in America...

Ad aumentarne il valore, le implicazioni bibliche suggerite dal titolo Giobbe, inducono a interessati riflessioni ermeneutiche (teodicea):

«Se Dio esiste, da dove viene il male? E se non esiste, da dove viene il bene?»

May 2, 2022, 6:56 AM
Una favola

Giobbe è un romanzo di Joseph Roth pubblicato nel 1930.

Ispirandosi a Giobbe, racconta la storia di Mendel Singer, un uomo semplice, un ebreo devoto e fedele alle tradizioni che vive in Russia. La sua vita tranquilla viene scossa alla nascita del quarto figlio, minorato e da quel momento sulla sua famiglia, che nel frattempo ha dovuto emigrare in America, si scatena ogni genere di sventura.
Mendel tutto sopporta, abituato a seguire ciecamente tutti i principi religiosi che hanno ispirato la sua vita e quella dei suoi antenati. Ma alla fine, all'ennesima tragedia, si ribella rinnegando Dio. Ma Dio non lo ha dimenticato e lo ricompensa in modo assolutamente inaspettato per tutte le sofferenze che ha dovuto subire.

La chiara morale religiosa è: l'uomo può trovare una risposta al dolore e al male solo decidendo di affidarsi completamente a Dio.

Se da una parte la trama e la storia mi hanno copiosamente fatto uscire tutto il latte che avevo dalle ginocchia, dall'altra devo dire che ho apprezzato enormemente la capacità di evocazione di Roth. Il libro è scritto benissimo, con maestria, quasi poetico in certi punti.

Roth racconta la miseria, la durezza della vita quotidiana, la società zarista, le carezze di Mendel alla moglie. Rende viva l’angoscia di un padre per una figlia che "va con i soldati" e per un figlio che si ubriaca distaccandosi dalla spiritualità. Descrive empaticamente il dramma di Mendel che rinuncia alla speranza di guarigione dell'ultimo nato perché non vuole mandarlo in un ospedale ove gli darebbero da mangiare cibi proibiti al suo credo.
Ecco, Roth ci trascina nella storia e ci fa vivere le medesime sensazioni di questa famiglia sfortunata.

E' una favola questa, alla fine, perché come storia è scarsamente credibile. Una favola fortemente imbevuta di religione (ebraica come quella dello scrittore).
Forse però il fine di Roth non è quello di parlarci della religione, bensì quello di colpirci con le emozioni; e ci riesce, indubbiamente ci riesce.

May 10, 2016, 9:35 AM
Nomen omen

"Molti anni fa viveva a Zuchnow un uomo che si chiamava Mendel Singer". Questo è l'incipit del romanzo. Il protagonista, che si chiama Mendel (ricordate un tale Mendel dei libri?) Singer (vi viene in mente qualche scrittore degno di nota?), racchiude già in sé - fisiologicamente - ogni sorta di fortuna letteraria; nel suo nome vi è un implicito, promettente auspicio di successo. Giobbe, opera di Joseph Roth pubblicata nel 1930, reca come sottotitolo "Romanzo di un uomo semplice". Ma è semplicemente straordinario, quell'uomo; come pure il romanzo che lo racconta.

Apr 10, 2016, 10:47 AM