Unamuno, filosofo e scrittore spagnolo, pubblicò "Nebbia" nel 1914.
Coevo di Freud, T. Mann, Proust e Bergson, dunque. E di Pirandello, anche se i famosi drammi di quest'ultimo sono databili dopo la Grande Guerra.
'Pirandelliano' prima di Pirandello, quindi. E anche anticipatore dell'Esistenzialismo che si affermò qualche decennio dopo.
Unamuno tuttavia ha radici profonde nella tradizione letteraria spagnola a cominciare da Cervantes, e non solo.
Qui è protagonista un giovane, ricco di famiglia, che vive solo, col proprio cane, un domestico e la cuoca.
S'innamora, e pensa : "Quella donna (...) non mi ama"; ma "per lei ho saputo che vi sono altre donne e che qualcuna potrebbe amarmi ..." .
C'è un gran bagaglio di speculazione filosofica in questo romanzo; anzi è un testo nel quale la narrazione è subalterna alla concezione filosofica dell'autore.
Un libro, pertanto, molto 'costruito', con una scrittura d'effetto, teatrale.
A mio avviso, una storia sospinta da troppa ideologia, direi anche strumentalizzata da essa, come era accaduto per tanta narrativa del Settecento illuminista.
Non è questa la letteratura che mi piace.
Uno dice: Ma questo è Beckett !
L'altro: No, qui c'è Goncarov, non trovi ?
Un altro: E' tutto Pirandello !
Arriva il cinefilo: Mi sembra di trovarci Woody...
Appresso: queste linee sono di Picasso
Miguel de Unamuno fa questo effetto: risorgono tutte le letterature passate, tutte le letture lontane e recenti trovano qui uno o più anelli della catena che uniscono gli animi artistici di tutto il mondo e di tutte le epoche. Unamuno poi, con tutti questi anelli appesi, può formare da solo una catena particolare, tutta sua, così speciale alla quale ognuno attinge e presso la quale lo stesso autore prende e conserva. Ma lui sembra non preoccuparsene, né in un senso e neppure nell'altro.
“chi possiede un magazzino si preoccupa dei suoi articoli assai più di chi possiede una fabbrica; bisogna difendere l'acqua del pozzo, non quella della fonte”
Straordinaria illuminazione questo Unamuno, e in verità non ho neppure voglia di spenderci parole in più per descriverlo. Gli amanti della lettura sapranno già di cosa sto scrivendo: quella particolare luce improvvisa che arriva, folgora e travolge chi legge mentre legge. Parafrasandro Salinas, non ho bisogno di tempo per sapere chi sei, conoscerti è luce improvvisa.
E sì che di Unamuno avevo già apprezzato qualcosa in passato, quel particolare modo di scrivere che lo rende speciale, unico e al tempo stesso trasversale. Qui però abbatte ogni steccato, rende la letteratura un viaggio tra il fantasioso e l'ipnotico, una avventura che coinvolge il lettore e lo rende egli stesso protagonista e destinatario dei messaggi dello scrittore
“Perchè io – ah, lettori miei ! - pretendo di essere allo stesso tempo io e voi, di essere in qualche modo, e in qualche momento ciascuno di voi”
Tutto in lui è appartenenza: il lettore prima di tutti, ma anche i suoi personaggi, egli (lo scrittore) appartiene ai suoi personaggi e interagisce con essi, egli è il romanzo, i protagonisti del romanzo, la copertina, l'introduzione, la prefazione.
Che luce che hanno questi amori improvvisi !
Ecco un libro sornione. Sotto una maschera di frivolezza e mondanità nasconde argomenti veramente profondi. Spaziando da temi tipicamente pirandelliani, passando da Heinrich Heine: (La vita e il mondo sono il sogno di un Dio ebbro, che fugge silenzioso dal banchetto divino e va a dormire su una stella solitaria, ignorando che quando sogna crea… Ma un giorno il Dio si sveglierà sfregandosi gli occhi addormentati, sorriderà, e il nostro mondo sprofonderà nel nulla senza essere mai esistito.) e approdando –forse involontariamente – al “Sutra del Cuore” importante testo buddista dove sogno, realtà, vacuità e risveglio si intersecano creando sprazzi di luce. Questa lettura lascia i sensi un po’ intorpiditi, e con un vago senso di smarrimento quando alla fine, persi nel labirinto delle parole, ci chiediamo chi sia il lettore, chi il protagonista e chi l’autore. E chi dei tre stia sognando.
Accompagna la lettura una trama simpatica, dove fallocrazia e uterocrazia si prendono per mano e giocano a farsi del male.