IL diario di bridge Joones ambientato in Brianza venti anni dopo.
E’ una favola, ma è raccontata con un garbo e un ironia di cui Muzzopappa mi sembra l’alfiere in questo momento nel panorama degli scrittori brillanti italiani.
C’è qualche eccesso come ad esempio il ricorso troppo frequente agli elenchi di Fazio maniera che in questo volumetto sono la cosa che fa ridere di meno.
La cosa che a me è piaciuta di più è la trasmissione nitidissima di quella roba che i medici chiamano stress da lavoro corrrelato, Chiara, l’interprete del romanzo, o meglio Heidi è un esempio da manuale della Milano da lavorare.
C’è poi una raffinatezza generale nella narrazione nascosta dietro il personaggio del padre alzhaimerizzato che snocciola citazioni letterari a cui i miei professori del liceo non ci sarebbero arrivati manco per sbaglio.
C’è un principe azzurro travestito da badante, forse un pochino troppo moraleggiante e bacchettona, ma necessariamente strumentale a traghettare la favole verso il vissero felici e contenti.
Una lettura leggera e piacevole come al solito di Muzzopappa, quando avete voglia di stare senza “penzieri” fatevene una dose invece che ricorrere al Prozac.
Un padre e una figlia che non hanno ben chiaro il loro ruolo, nonostante siano trascorsi ad occhio e croce 35 anni; un lavoro che, accogliendoti per 12 ore al giorno, ti spinge verso ridicole, e quanto mai attuali, scelte aziendali; un pizzico di demenza senile che, facendo crollare le certezze acquisite, apre l’orizzonte all'illusione di essere ancora pienamente e liberamente vivo. Il tutto descritto in modo brioso ed esilarante, con battute ironiche, autoironiche ed a volte caustiche. Un surplus di fine umorismo che mi ha concesso il pericoloso lusso di abbandonarmi alla felicità!
Ci è riuscito di nuovo! La capacità di far ridere con garbo, senza utilizzare espedienti volgari, è ormai cosa rara e in questo romanzo Francesco Muzzopappa dimostra di esserne decisamente dotato.
La storia è gradevole, in alcuni punti si trasforma in una critica caustica verso la tv spazzatura e l'abbassamento generale della qualità del gusto del pubblico, ma non si limita a quello e, nella miglior tradizione dell'umorismo britannico, propone un quadro dei sentimenti e delle relazioni dei protagonisti di primo e secondo piano.
Personalmente ho adorato il collegamento tra incipit e finale che racchiudono la storia come in una cornice.
Assolutamente da leggere!