Seguito di Alice nel paese delle meraviglie vede come protagonista sempre la piccola Alice che, sei mesi dopo le sue mirabolanti avventure, mentre sonnecchia paciosa sul divano di casa s'interroga su cosa ci sia dietro lo specchio che ha davanti a se'.
Per un incantesimo riesce a superarlo e così a rispondere a tutte le sue domande.
Romanzo per me più malinconico e meno surreale del suo predecessore, pieno anch'esso di situazioni senza senso, di filastrocche e giochi di parole, una storia suggestiva e visionaria che non avrà l'impatto emotivo del primo capitolo ma che per me affascina allo stesso modo.
A volte per ritrovarsi bisogna perdersi, questa è la morale di fondo e non posso che concordare.
“'E se smettesse di sognare di te, dove credi che saresti?' 'Dove sono ora, naturalmente', ribatté Alice. 'Niente affatto', disse Piripù sprezzante. 'Non saresti in nessun luogo. Perché tu sei soltanto un qualche cosa dentro il suo sogno'.”
Seconda puntata di Alice, con “Attraverso lo specchio magico”, propiziata da un’accurata ricerca… nella cantina di casa mia, in cui mi ricordavo di averlo visto qualche tempo fa; ricerca improba, ma che ha dato buoni frutti, con un’edizione anche molto carina e ben curata.
Questa volta la curiosissima Alice è attratta dalla parte di stanza che lo specchio, com’è naturale, nasconde alla sua vista e questo basterà per determinare il suo ingresso in un mondo strano e pieno di contraddizioni perché appunto “riflesso”.
Nei contenuti la seconda parte di Alice non è molto diversa dalla prima, la storia è piena di contraddizioni e nonsensi, anche abbastanza criptici, per decifrare morali e insegnamenti ci vuole molta buona volontà, tralasciando soprattutto di adottare l’opzione di gettare via il libro.
Il tutto tenendo anche conto, secondo il parere della critica, che le due opere di Carroll su Alice sono di fatto intraducibili per via dell’impossibilità a ricreare in altre lingue assonanze e giochi di parole, di cui sono intessuti i due scritti, e in cui era maestro lo scrittore.
Ho trovato comunque questo “Attraverso lo specchio” molto più farraginoso del paese delle meraviglie della prima Alice: se nel primo libro si capisce tutto in maniera più intuitiva, anche per merito della maggiore diffusione e della trasposizione Disney, che ha contribuito alla sua conoscenza mondiale, pur con qualche inesattezza, (il noncompleanno Carroll lo citò in questo di libro), nel secondo la cripticità, i giochi di parole e quelli matematici, (anche in questi Carroll era maestro) rendono il testo troppo confuso e di difficile impatto, con notevoli difficoltà a chiarire l’andamento della storia, i cui significati rimangono spesso oscuri, (ma potrebbe anche essere che sono io “che so’de legno”) pur non andando molto lontano dagli stessi insegnamenti morali del primo libro.
In finale vorrei fare una considerazione, sicuramente sbagliata e fuori posto, sul Lewis Carroll fotografo, quello che, per spiegarci meglio, amava fotografare bambine intorno ai 10/12 anni a volte anche nude. Non è escluso che anche questi due scritti siano, in qualche modo, ispirati dalla stessa attenzione che Carroll aveva per le suddette bambine. Anche se nulla è stato dimostrato riguardo alle accuse di pedofilia, rimangono comunque a testimonianza di questo interesse le numerose foto scattate.
La mia domanda, in maniera anche abbastanza retorica, è questa: come mai ancora oggi se andiamo a parlare di Lolita ci si accapiglia inneggiando ad un trattato sulla pedofilia o ad un monumento alla passione/ossessione amorosa e invece parlando di “Alice nel paese delle meraviglie” si tace su quello che potrebbe avere ispirato un capolavoro per la gioventù, così considerato e osannato da molti nonché additato a fulgido esempio di narrativa di genere?
Mah…, sicuramente sono solo io che me faccio ‘ste seghe mentali…
“La settima Casella è tutta foresta.. ma uno dei Cavalieri ti indicherà la via .. e nell’ottava Casella noi saremo Regine insieme, e tutto sarà festa e allegria.”
Per quanto mi sforzi, non riesco ad avere ricordi di mia madre mentre mi racconta la favola di Alice nel paese delle meraviglie e neppure ricordo di averla mai letta o forse non era una delle fiabe che preferivo. Sicuramente non è una fiaba iniziatica e il seguito, ‘Attraverso lo specchio’, non parla neppure di scacchi nel senso che immaginavo.
Molti i personaggi stravaganti che Alice incontra durante il suo cammino per diventare regina – Tuidledum e Tuidledì, Unto Dunto, il cavaliere, le regine –, peccato non poter apprezzare appieno il senso dei giochi di parole, delle poesie, delle filastrocche e dei modi di dire della versione originale.