Magris non sempre riesce a fermarsi prima della riga in cui chiude con una morale, seppure provvisoria. Quando ci riesce le sue istantanee sono fulminanti, l'ultima ad esempio, dal titolo Selfie, in cui l'uomo alla guida infuriatosi con una guidatrice che ha parcheggiato in divieto di sosta diventa irascibile, e si scopre - alla fine - essere lui stesso che si vergogna di sé.
Come diceva il nostro caro Marcel non è tanto il luogo che conta ma gli occhi di chi lo guarda e gli occhi di Magris sono attenti, acuti, ora dolenti ora ironici, comprensivi, sorpresi, speranzosi, mai sprezzanti o giudicanti (salvo eccezioni). Leggendo pare di condividere un tratto di strada, fermarsi ad un caffè o restare incantati a guardare il mare ascoltando le sue riflessioni o semplicemente riflettendosi in lui.