"Ascolti. Il contrario di questo sono le persone che si mettono a parlare nell'istante stesso in cui uno finisce di dire una cosa, di suonare o di cantare. In pratica si sovrappongono all'altro tanta è la smania di trasformare i propri pensieri in discorso. Non vedono l'ora di mettere le proprie parole dentro la cosa e farla loro. Non sopportano l'idea di non entrarci niente. Passano l'esperienza a formulare una reazione perché è solo alla loro reazione che danno importanza."

Molti spunti, tante riflessioni interessanti.
È un libro fondamentalmente sull'ascolto, sull'ascoltare gli altri, sull'ascoltarsi, sull'ascoltare la realtà circostante. E quindi anche su verità e illusione, sul filtro che applichiamo o non applichiamo alla realtà in ogni momento della vita, talvolta consciamente, altre volte senza accorgercene, e su come ce la ricreiamo. Ed è per questo che c'è tanto cinema.
È un libro intelligente ma discontinuo; sconnesso in modo non riuscito.
Direi quasi sia da leggere più per qualche riflessione che c'entra poco con la trama e per come disseziona e scompone il tema centrale in tante diramazioni, tante angolazioni e sottotrame nella Trama, che tutte approfondiscono e variano uno stesso punto con storie e prospettive diverse. Da leggere quasi per giocare a rintracciarle tutte, queste molteplici declinazioni di un motivo dominante.
Quanto alle parte più propriamente narrativa, c'è qualcosa che non va, non funziona, non si lega. Immagini abbozzate, certe sì di grande interesse, spezzoni, tanto per stare in tema, a volte troppo carichi di dettagli, altre troppo vaghi, quasi abbandonati. E un eccessivo virtuosismo nel passare tra le diverse forme, proprio un po' da scuola di scrittura creativa, in cui la Spiotta effettivamente insegna.

Aug 24, 2017, 6:41 PM

Ho acquistato il libro incuriosita da una appassionata recensione di Internazionale. Nel leggerlo, ho provato momenti di spaesamento, anche di delusione per una scrittura che non mi sembrava particolarmente interessante. Ma terminata l'ultima pagina ho ricominciato da capo, senza soluzione di continuità: ed è molto raro che accada.
E' bello di una bellezza non manifesta, introspettivo e con diverse chiavi di lettura. E' una storia di passioni: per il cinema, per la gioventù e i rapporti di amicizia e amore che si instaurano. Una storia di relazioni complesse, di amicizie profonde, di nevrosi e insicurezze. E' una storia piena di vita, di colpe ed espiazioni, di confronto con i propri limiti. Ho trovato autentica la rappresentazione del dilemma narcisistico, della sofferenza che porta con se in chi lo vive e in chi ne subisce gli effetti. Ma ci sono tante storie in questo lavoro, svolte parallelamente a rappresentare la condizione umana, in una narrazione mai banale, molto accurata, direi di precisione chirurgica nel rappresentare le azioni e le reazioni, il vissuto esplicito e implicito di una storia dove tutti, alla fine, sono protagonisti. Il finale mi ha lasciata interdetta e forse delusa ma si riconduce allo strano titolo, e in fondo lo chiude, aprendo altri scenari e interrogativi sul dolore psichico e sul sottile limite tra "normale" e "malato". Quattro stelle meritate e un'attesa per i futuri lavori.

Oct 23, 2017, 1:33 PM

C’è pellicola dappertutto qui. E poi anche videocassette e dvd, come se il mondo esistesse solo per essere raccontato o descritto attraverso supporti magnetici riproduttivi e quindi manipolato, tagliato, ridotto, montato ed editato in una nuova versione. E poi tante discussioni sull’etica, se sia meglio la commedia o la tragedia, se il mondo migliorerà facendo ridere tante persone o provocando in loro l’angoscia catartica del dramma rivissuto. Si comincia con una ragazzina autoreferenziale in primo piano e si finisce in piano americano con le persone che in qualche modo escono vive dal tritacarne della riproduzione massificata.

Aug 13, 2017, 4:31 PM