Il titolo ci propone uno degli archetipi che appartengono alla figura femminile: la vergine, la martire, la santa e la strega appunto. Pur potendo trarre energia potenzialmente da tutti e quattro, le donne spesso si identificano in uno soltanto di questi.
La prima parte del romanzo è un crescendo e risulta importante lo spazio che l'autore dedica alla danza e soprattutto alla musica, quest'ultima esiste solo perché ci sono le pause, come nella scrittura del resto: le frasi vivono soltanto perché ci sono gli spazi in bianco.
Noi invece tendiamo a riempire ogni spazio e siamo incapaci di accettare il silenzio fra una nota e l’altra, silenzio necessario che altrimenti la musica cesserebbe di esistere.
Dolce e struggente il primo incontro fra madre e figlia.
Coelho ci costringe a ripensare il nostro modo di sentirci felici, alle nostre insoddisfazioni, cosa desideriamo per noi.
Poi il romanzo prende una china diversa e a me è sembrato che l'autore abbia attinto a un vasto patrimonio che spazia con troppa superficialità dalle religioni orientali all’esoterico, in sostanza a un mondo spirituale che a tratti è un po’ spiccio e privo di spontaneità.
Mio primo approccio con Coelho. Che dire? L'ho letto e alla fine mi è venuto da pensare: "E allora?" Non mi ha lasciato niente. Istintivamente Coelho non mi ha mai attirato, non so perché questo invece mi ha "chiamato". Sono rimasta delusa. Non so se rileggero Coelho presto, forse potrei riprovare con uno dei piu' vecchi (tra un bel po').