"Forse le anime di coloro che si amano vanno alla ricerca le une delle altre, e forse non si ritrovano più, mai, ma quando si passano vicino, anche senza saperlo, per un attimo restano così, placate, invase da una segreta serenità".

Uno splendido racconto di genere anni '50.
Intrattenimento di gran classe.

Feb 22, 2020, 3:56 PM

Appuntamento a Trieste è un godibilissimo romanzo piacevolmente anni '50. Lo è nella scrittura (il "volere bene" al posto di amare, termini come spioni o "persone che ti premono") e lo è nella storia (la dicotomia nettissima fra buoni - occidentali - e cattivi - slavi). Eppure risiede proprio qua il fascino del romanzo di Giorgio Scerbanenco, questo suo essere profondamente figlio degli anni in cui è stato scritto, così avulso dallo scorrere del tempo che è impossibile dire se sia invecchiato bene o meno: semplicemente non è invecchiato.
La storia è ambientata a Trieste, nel 1952: Kirk, agente dei servizi segreti americani, è fidanzato con la triestina Diana. Ma, in seguito a un attentato, i servizi segreti fingono che Kirk sia morto. Diana non si dà pace, così come i servizi nemici non sono convinti che sia veramente morto.
Il romanzo si muove costantemente su un apparentemente doppio binario da una parte di racconto spionistico e dall'altra d'amore. Ma, fondamentalmente, la parte spionistica è secondaria rispetto a quella d'amore: i colpi di scena, i ribaltamenti, le emozioni stanno sempre ed esclusivamente nell'allontanarsi e avvicinarsi fra Kirk e Diana. I progetti spionistici, le trame, mai veramente nascoste al lettore, servono a farlo palpitare in attesa del ricongiungimento fra i due amati. Ecco, allora, che il vero cuore del racconto non sta tanto nello scoprire se Riccardo, ragazzo da sempre innamorato di Diana, è veramente una spia del blocco nemico (non lo è, è palese), quanto se riuscirà a farsi voler bene da Diana o se il ricordo di Kirk sarà troppo forte in lei per poter andare avanti. Appuntamento a Trieste, il titolo stesso, si riferisce all'incontro nel finale, anche qua unendo il lato spionistico e quello romantico: sarà una trappola dei servizi nemici far incontrare, finalmente, Diana e Kirk? D'altronde, in alcuni punti, si ha l'impressione che l'amore stesso, l'amarsi, sia un fatto dal carattere segreto, che ha diversi punti in contatto con lo spionaggio: "Non c'è neppure tempo per soffrire, per disperarsi, per una ragione o per l'altra bisogna sempre nascondersi, coprire il proprio dolore". Insomma, Scerbanenco, utilizzando la storia di spionaggio anche come strumento - ma non limitandosi a ridurlo a pura scusa narrativa -, ci parla d'amore e della sua testardaggine: "Forse le anime di coloro che si amano vanno alla ricerca le une delle altre, e forse non si ritrovano più, mai, ma quando si passano vicino, anche senza saperlo, per un attimo restano così, placate, invase da una segreta serenità".
In tutto questo, particolarmente riuscita è la descrizione di Trieste, o meglio del Territorio Libero di Trieste. Prima della sua annessione ufficiale all'Italia nel 1954, infatti, Trieste era una specie di territorio franco, al confine fra blocco occidentale e orientale. Siamo nei primi anni della Guerra Fredda. Trieste, nel romanzo di Scerbanenco, assume i toni che siamo abituati a trovare nella Berlino divisa, terra di incontro e scontro fra i servizi segreti di mezzo mondo. Appuntamento a Trieste appare profondamente affascinante nei momenti in cui apre squarci nel raccontarci la vita triestina del secondo dopo guerra, fra i servizi inglesi che sequestrano capannoni, bar frequentati da soli americani, serbi piuttosto loschi (siamo pur sempre in un racconto di genere degli anni '50) e così via.

Jul 31, 2019, 10:46 AM
Una spy story vagamente melodrammatica

Il poliedrico Scerbanenco, nella sua sconfinata produzione letteraria, ha attraversato i generi più diversi, passando dal giornalismo, al romanzo rosa, al giallo, al nero – che rimane il mio preferito, per le venature amare e per il crudo realismo che lo contraddistinguono - allo spionaggio. In questa spy story predomina, al di là dell'intreccio spionistico e da romanzo d'azione, un certo qual sentimentalismo, sofferto e, a tratti, per il mio gusto, un po' stucchevole ed ingenuo, anche se innegabilmente appassionato.
“Il mare di Trieste. Così, dal finestrino del treno, lo si vedeva grande e azzurro. Era, alla prima impressione, soltanto un mare - adesso a Diana sembrava di ricordare le parole di Kirk - niente altro che un mare, che è grande e azzurro da per tutto. Poi c'era un momento, diceva Kirk, in cui uno scopriva che non era soltanto un mare: era una persona. Più in là, oltre Miramare, non era che un mare, ma lì, nel chiuso del golfo davanti alla città, era una persona, qualche cosa che aveva un anima. Si poteva parlare col mare, diceva Kirk, e restava la sensazione di essere ascoltati
“L’amore dei vivi non ha nessun valore, è labile come un’impronta sull’acqua...ma io, pur essendo vivo, l’avevo molto amata e l’amavo ancora e invecchiavo senza amarezza pensando che, in un certo senso, l’avrei raggiunta, e anche se la morte fosse stata un eterno buio e un nulla, per lo meno, sarei stato morto come lei, libero da questa vita a cui non riuscivo più a credere.”
”Si lasciò scivolare sul letto, il viso appoggiato alla spalla di lei. Riposare, chiudere gli occhi, dormire. Per non sentire più nulla. Per fortuna, pensò, Dio aveva dato agli uomini questa morte provvisoria, il sonno, in attesa di quella definitiva, altrimenti la vita sarebbe stata troppo penosa.”
”Si guardarono. C’era nella stanza come un senso vago di miracolo, di magia; come in certe notti di estate, in alta montagna, sotto la luna, nel silenzio e nella solitudine, sembra di essere più vicini a capire il segreto della vita, di tutto l’universo.”
” Non era solo: nessuno è solo se ama gli altri.”

Nov 1, 2019, 11:51 AM