Commedia apparentemente semplice, ma in realtà carica di notevole sarcasmo nel finale, durante il quale uno dei personaggi finge di avere cambiato le proprie idee in merito all'educazione dei figli...e si prende la sua vendetta col fratello liberale adottando il suo stesso comportamento permissivo e generoso.

Nov 1, 2008, 6:47 PM
Tempus humanitatis

Che Terenzio sia più noioso e bacchettone di Plauto è ormai pensiero trito e ritrito. Ma vogliamo parlare dei temi che egli ha sottoposto alla storia letteraria? Pensiamo all'humanitas, al confronto tra antico e moderno, tra generazione e generazione, tra dovere e desiderio, tra scelte politche contrastanti: è tutto il nostro mondo contemporaneo che risiede a Roma e nella sua mente! Il valore del suo teatro non si può ignorare. Come ogni genio, del resto, non fu apprezzato nel suo tempo, così come genio viene invece ricordato in ogni teatro di ogni tempo, fino a noi.

Mar 7, 2010, 11:34 AM
Adelphoe

"I fratelli" è l'ultima, cronologicamente parlando, delle sei commedie scritte da Terenzio tra 166 e 160 a.C..
L'intreccio è apparentemente semplice, come quello tipico della Commedia Nuova, ma sottolinea la ricerca dell'autore caratterializzazione dei personaggi e quella etica e pedagogica: il vecchio Demea, rimasto vedovo, decide di affidare uno dei suoi due figli, Eschino, al fratello Micione. Si creano due famiglie simmetriche ma profondamente differenti: Demea alleva suo figlio, Ctesifone, all'insegna dell'austerità campagnola mentre Micione concede a Eschino tutti i divertimenti cittadini possibili.
Il padre naturale, ovviamente, disapprova i metodi di Micione e il rapimento di una ragazza da parte di Eschino sembra dargli ragione, senonché si scopre che quest'ultimo lo aveva fatto per conto di Ctesifonte.
Si ha dunque un capovolgimento: i metodi di Micione si rivelano migliori e Demea, almeno parzialmente, si ricrede.

Feb 13, 2008, 3:21 PM