Un parapioggia e una gran palandrana, lunga fino ai piedi sono gli attributi necessari per diventare re di Polonia... Per posare certe abbondanti rotondità anatomiche, rivestite delle brache cui Mamma Ubu deve aggiustare il fondo, su un trono. E impossessarsi di tutte le ricchezze, di tutto il potere, della possibilità di mangiare salsiccia ogni giorno e di andare per la strada in carrozza…
In realtà gli attributi necessari sono il cinismo, l’ipocrisia, la meschinità e l’assoluta mancanza di ideali che non siano quelli dell’egoismo e dell’utilitarismo personale -quegli stessi concentrati metaforicamente nella cupidigia di un ventre insaziabile.
Va così in scena quel “cattivo diritto”, che vale e può tanto quanto il “buon diritto”. Il diritto che si esercita, in questo caso, con la stupidità umana, con la violenza, con la viltà, con la cattiveria, con il troppo rapido adattamento ad ogni situazione, con l’abilità a sfruttare ogni essere secondo una personale convenienza. L’assoluta e unica morale dell’utile…
Va in scena attraverso un testo dissacrante e provocatorio, dove il paradosso, il grottesco, il comico rendono ogni situazione travolgente e divertentissima.
Dove ironia e intelligenza servono a caricaturare personaggi e situazioni, in una feroce parodia che mostra impietosamente ogni negatività dell’uomo e fa diventare protagonisti della scena i suoi difetti, le sue incapacità, ogni sua bassezza.
E soprattutto mostra come la sete di potere trasformi l’uomo in una specie di mostro e lo condanni a essere un solitario fantoccio in balia degli eventi, del caso, dell’impossibilità a stringere e a vivere legami con altri esseri, perché l’uomo è e sarà sempre disposto all’inganno, al tradimento, a un opportuno abbandono -o a un altrettanto opportuno ritorno- alla schiavitù di se stesso, di un io incapace di gestire poteri e ricchezze secondo valori umani.
Un sovrano che conquista per sé titoli e tesori cacciando i Nobili dentro una botola che li precipiti nei sotterranei, o amministri la giustizia facendo fare ai Magistrati la stessa fine o, ancora, vi butti i Finanzieri perché il loro sistema fiscale non è quello che piace a lui, è un Ubu dalla sconcertante attualità, nonostante i suoi cento e passa anni.
A dimostrazione di come i difetti umani siano sempre gli stessi…
Un testo comico, ma amaro allo stesso tempo, con dialoghi spesso giocati su un linguaggio esilarante e disomogeneo -un gergo popolare e picaresco, infarcito di sovrabbondanze e coloratissime esclamazioni e un ammiccare ad artefatta e ridicola ricercatezza di termini- in un continuo gioco di botta e risposta fulminante e sulfureo...
Un testo che, divertendo, induce alla riflessione perchè su quel palcoscenico e sotto quelle luci c'è anche ognuno di noi.

Aug 3, 2009, 10:43 AM
Non si deve permettere agli uomini liberi di prendersi troppe libertà

“Ubu re” è un'opera teatrale di Alfred Jarry pubblicata nel 1896.

Un sovrano, Padre Ubu, cinico, ipocrita, meschino, vile, passa il suo tempo ad arraffare titoli e tesori, imprigiona nobili, giudici e finanzieri nei sotterranei perché vuole amministrare il paese facendo i suoi comodi. È caratterizzato da una assoluta mancanza di ideali e dalla concentrazione sul suo interesse personale. È veloce ad adattarsi a tutte le situazioni e a sfruttarle in funzione della sua convenienza. L’unica sua morale è quella di fare ciò che gli torna utile.
È sorprendente come il testo sia rimasto attuale, nonostante siano passati più di cento anni; forse è la dimostrazione che le bassezze umane rimangono sempre le stesse.

A volte ci sono libri che hanno un elevato valore per il significato intrinseco, in questo caso la denuncia del potere e delle sue bassezze. Il loro valore sta nell’idea, non nelle singole frasi contenute in esso. Ubu Re per me è questo, solo questo. Senza la morale e la spiegazione purtroppo non rimane molto. È un libro grottesco, volgare (merda è ripetuto in continuazione), paradossale, che parla di personaggi improbabili. Un libro che non mi ha strappato nemmeno un sorriso (meno male che dicevano fosse comico) e che mi ha annoiato a morte.
E' come guardare un'opera contemporanea con a fianco qualcuno che ti spiega le ragioni per cui è importante e degna di nota. Capisci le ragioni del valore dell’opera, ma l’opera stessa ti fa schifo…

Quindi direi 5 stelle all’idea e -1 stella alla godibilità. Media 2 stelle. Che forse per me son sempre tante…

Mar 24, 2015, 3:49 PM

"Madre Ubu, sei proprio brutta oggi. Lo fai perché abbiamo visite?"

Oct 14, 2013, 7:05 AM