"Fuori del sigillo
della paura ininterrotta
non ho altro indizio
della mia continuità." (p. 44)
"L’errore fu nascere sotto lo Scorpione,
o in opposizione di pianeti infausti:
o forse l’errore fu nascere, nient’altro." (p. 140)
"Tu mi chiami
da una lontananza di secoli:
ma ho da fare: sto scrivendo
il mio epitaffio." (p. 182)
Questo tragitto poetico conferma ancora una volta la misoginia manganelliana, e di come lui abbia prosciugato l'ardore poetico prima di Fausta poi di Alda Merini. In compenso ammetto che sui virtuosismi lessicali privi di acume semantico il Manganelli sia stato un maestro. Quasimodo aveva ragione su di lui. E io continuo a non apprezzarlo a pieno.