Leggetelo, ed una volta letto fatelo leggere ai vostri figli, ai vostri nipoti, a tutti i ragazzi che vi stanno a cuore. Si tratta di un libro scritto con raro senso della meraviglia, così intimo che la sua dimensione ideale è quella della lettura solitaria e silenziosa, nel rispetto delle storie discrete ed impalpabili che vi sono descritte.
Michael è un ragazzo qualunque, va a scuola, gioca a calcio, ha molti amici. E’ nella nuova casa in cui si è trasferita la propria famiglia che la sua vita diventa straordinaria. Lì Michael si sente più solo che mai, con genitori cari ma assenti perché troppo presi dall'angoscia per una bimba appena nata che si teme non possa sopravvivere ad una malformazione al cuore.
Ed in questo stato di tristezza ed abbandono, paura e afflizione Micheal entra nel pericolante garage della nuova casa e vi trova Skellig, una strana creatura denutrita , scorbutica, malata. Una creatura da, aiutare, forse salvare, Non potendo infatti agire sugli altri aspetti angosciosi della sua esistenza Micheal trasferisce sullo strano personaggio la propria voglia di contribuire a migliorare la situazione, e si oppone con ostinazione al suo evidente volersi lasciare andare.

Pur intriso di speranza e trascendenza il libro non nega la pesantezza della vita, dando una bella descrizione dell’esistenza in cui la virtù e il valore non ci sono dati, ma emergono con fatica.
Uno dei migliori esempi di quello che può essere la letteratura per l'infanzia.

«Anche William Blake sveniva ogni tanto. Diceva che l' anima è in grado di saltare fuori dal corpo per un po' e poi saltarci dentro di nuovo. Diceva che le cause potevano essere forte paura o enorme dolore. A volte poteva essere per troppa gioia. E’ possibile essere sopraffatti dalla presenza di tanta bellezza nel mondo».

Il Bignamino: E' un uomo-gufo, no è un angelo, non lo so ma e' magnifico

Aug 31, 2010, 12:08 PM
La linea d'ombra

Bentornato Skellig. Diamo il bentornato sui nostri scaffali a uno dei tanti capolavori di cui Mondadori ci aveva condannato ad una lacerante mancanza, ora ristampato da Salani (in occasione dell'uscita del film). Bentornato Almond, scrittore per ragazzi inglesi tra i più grandi, scrittore che, come solo certi autori inglesi di classici (penso a Barrie, Carroll, Travers, Burnet e altri) sa raccontare storie che racchiudono metafore potentissime.
Questa è la storia di un ragazzino in un passaggio difficile della vita: si è appena trasfrerito in una nuova casa ed ha una sorellina in ospedale che lotta tra la vita e la morte. Esplorando il garage della nuova casa trova Skellig, strana creatura non del tutto umana, che forse a bisogno di lui o di cui forse è lui ad avere bisogno.
Skellig è la figura di soglia, quella cui da sempre l'uomo demanda il suo contatto con l'altrove, quella che può passare la linea d'ombra, venire a noi dall'ignoto, sfuggente e potente, quasi sempre dotata del potere di volare, comunque la si immagini, impersonificata da un angelo o da Mary Poppins.
Tempo fa preparai una conferenza sul volo come metafora nella letteratura per l'infanzia. Fu bellissimo anche per me prepararmi. Ovviamente Skellig stava accanto, senza timore di confronti, a Mary Poppins, appunto, a Peter Pan, al Piccolo Principe.
Questo è un classico del futuro. Ora speriamo che qualcuno, di Almond, ci restituisca anche Il grande Gioco.
Intanto, bentornato Skellig, chiunque tu sia.

Apr 12, 2009, 4:27 PM
Bellissimo romanzo che il tempo forse consacrerà come classico

Almond scrive in maniera pulita. Non solo stilisticamente. Scrive in maniera pulita a livello etico, filosofico, morale. A parte il fatto che Almond è nato nel 1951 e che questo suo romanzo d'esordio è stato pubblicato nel 1998 (fai i conti, ha esordito a 47 anni...), sono due gli elementi che secondo me lo rendono un autore tanto potente artisticamente, e che rendono Skellig un romanzo che il tempo, probabilmente, consacrerà come classico della letteratura per la cosiddetta infanzia (etichetta riduttiva e offensiva, in questo caso). I due elementi sono la precisione (linguistica e soprattutto scientifica/naturalistica) e il mistero.
Almond non potrà mai essere apprezzato da chi è abituato a libri o film (spesso di genere) dove nei dialoghi i personaggi spiattellano e spiegano tutto, svelando le questioni oscure e irrisolte della trama. Come se il lettore fosse a scuola, o a messa. Quelle scene ridicole in cui i personaggi fanno e dicono cose lontane dalla vita reale, che a me fanno venire la pelle d'oca per il fastidio e l'imbarazzo. E sai perché Almond non fa così? Per un terzo elemento che racchiude gli altri due e lo rende il grande autore che è: l'enorme rispetto che ha per i suoi lettori, di qualunque età essi siano. E' un rispetto sconfinato, quasi mistico, di chi giudica il proprio interlocutore un individuo che merita bellezza, non solo un prodotto editoriale da consumare.
Io, che sono già cresciutello e piuttosto smagato, a pagina 100 leggendo la scena dei gufi che nutrono quella creatura straordinaria e nello stesso tempo tremendamente concreta e reale che è Skellig, ho avuto un capogiro.

Forse dovrei aggiungere la quinta stella, la stella dei capolavori... Vedremo cosa deciderà il tempo al posto mio.

PS: Skellig è stato interpretato da Tim Roth in un film per la TV prodotto da Sky nel 2009.

Mar 27, 2010, 4:55 PM