Un thriller ben concepito, ben strutturato e ben scritto, quest'opera prima di Carrisi.
Che nasca come criminologo e come sceneggiatore è abbastanza chiaro leggendo le pagine del suo romanzo, non solo per i temi scelti, ma anche per l'abitudine di introdurre, motivare, spiegare senza saccenteria ma con esemplare chiarezza sia gli aspetti tecnico-scientifici delle indagini che quelli psicologici del profilo criminale.
Si parla di serial killer, ovviamente, e di pedofilia, quindi l'argomento non è sicuramente leggero, d'altronde un thriller che si rispetti deve far leva anche un po' sull'orrore suscitato in chi legge. E Carrisi, bisogna ammetterlo, ci riesce bene; la vicenda è cruda quanto basta a renderla verosimile e possibile, e i dettagli non sono mai esagerati e non sconfinano nello splatter. Peccato che la narrazione sia ambientata in America (pur senza specifici riferimenti geografici), sarebbe stato interessante che un giovane giallista italiano avesse scritto pensando ad ambientare una storia nel nostro paese.
La dimensione dei fatti, la trama, gli indizi sono sicuramente importanti e vanno tenuti in considerazione, ma essenziale è il filo psicologico che lega tutti i protagonisti. Perché quello che più sconvolge nel romanzo di Carrisi è il presupposto che dentro ognuno di noi il male esista in fieri e che basti una sapiente spinta esterna, un "suggeritore" appunto, a far leva su di esso scatenando i nostri peggiori istinti.
Il male a volte può essere fatto a fin di bene, o piuttosto il bene spesso sfocia involontariamente in una cattiva azione. E' una delle domande fondamentali che spesso l'uomo si rivolge, e Carrisi la porta alle estreme conseguenze, in un mondo dove nessun personaggio è davvero buono, o comunque dove ognuno nasconde un passato, una macchia, una ferita mai rimarginata che si riapre e fa male, che sanguina e riversa nel mondo il suo dolore mai sanato.
Un libro non facile da digerire dal punto di vista emotivo, che inquieta, che turba nel profondo, con protagonisti ben delineati, non stereotipati, che entrano subito nell'immaginario del lettore.
Sarà interessante vedere se e come Carrisi continuerà il suo percorso nel noir italiano così brillantemente iniziato.

May 18, 2009, 10:22 AM
Alla spasmodica ricerca della sesta bambina......

“Perché è dal buio che vengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare…..” (Donato Carrisi)

Debbie, Sabine, Anneke, Melissa, Caroline: sono i nomi di cinque sfortunate bambine scomparse il cui braccio sinistro brutalmente amputato viene ritrovato sotterrato in cinque piccole fosse scavate in un terreno boscoso a formare un lugubre campo di morte.
Ma i conti non tornano….viene immediatamente dissotterrato un sesto braccio appartenente ad una sesta vittima la cui scomparsa non risulta accertata; chi è la sesta bambina?
Questo affascinante incipit segna l’esordio letterario in pompa magna del giovane Donato Carrisi, debutto sapientemente gestito sotto la prosperosa mammella di Longanesi che ha deciso di puntare notevoli risorse finanziarie su questo progetto. Perché diciamoci la verità: non basta avere il buon manoscritto, bisogna saperlo vendere e per arrivare a questo obiettivo (così ci hanno insegnato le produzioni di oltreoceano) bisogna investire; troppi talenti Italiani sono stati gettati in pasto alle masse senza il minimo sforzo di marketing, sia lode pertanto alla casa editrice Longanesi per avere capito che se spinto a dovere il thriller in Italia “tira” alla grande, e a quanto pare i risultati le stanno dando ampiamente ragione.
Ma a conti fatti come si rivela questo romanzo? “Il suggeritore” è veramente un buon thriller, certamente non il libro perfetto ma comunque un ottimo punto di partenza. Carrisi mira a sdoganare il prodotto made in Italy verso un più ampio respiro internazionale e si abbevera a dosi abbondanti dalla scuola dei maestri indiscussi di genere: Thomas Harris e Jeffery Deaver su tutti. “Il suggeritore” è un thriller malato, cupo e molto tetro il cui maggior pregio è il ritmo incalzante e senza tregua, dall’inizio alla fine. Come da tradizione delle migliori opere Deaveriane “Il suggeritore” non concede momenti di sosta, ogni capitolo è condito da rivelazioni, cambi di prospettiva e sorprese che ti spingono a proseguire in un vortice inarrestabile. E forse proprio questo continuo gettare benzina sul fuoco si rivela il vero cavallo di Troia del romanzo, causando qualche pericoloso deragliamento in situazioni un po’ forzate, in qualche pericoloso clichè e tradendo un po’ d’ingenuità in alcuni aspetti della sceneggiatura.
Personalmente non ho particolarmente gradito la decisione dello scrittore di ambientare il romanzo in un luogo non specificato e l’assegnare ai protagonisti della vicenda nomi stranieri: queste caratteristiche lo hanno reso ai miei occhi impersonale e privo di un’identità ben specifica.
Ottimo invece il lavoro di documentazione e ricerca nel campo, sono particolarmente evidenti gli studi dello scrittore in materia di criminologia.
Come da tradizione nei romanzi molto pompati dal marketing che hanno goduto di un notevole riscontro commerciale (vedi Faletti) anche “Il suggeritore” non sfugge alla regola del rapporto amore - odio dove i pareri entusiastici e le stroncature feroci si susseguono donandone l’alone di opera controversa.
Ma questo necessariamente non è un male: come diceva John Milton in uno dei suoi più famosi aforismi: “Meglio regnare all'Inferno, che servire in Paradiso”

Aug 24, 2009, 8:52 AM
E' dal buio che vengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare.

Diversi anno fa, intono al 2008/2009 sono stata "afflitta" dal blocco del lettore, non trovavo interessante nessun libro, mi era passata quasi la voglia di leggere ma continuavo comunque ad andare in libreria, sfogliare le pagine annusare l'odore. Per caso sono incappata in questo libro (secondo edizione 2009) la copertina mi ha ipnotizzata, mi sentivo un po' così, mani sulla testa (leggasi tra i capelli) perché non riuscivo a sbloccarmi. Non conoscevo l'autore. E l'ho comprato. E SBAM!!!!! ricordo di averlo letto a perdifiato e di esserne rimasta talmente tanto colpita da aver letto poi, negli anni a venire, con grande soddisfazione, tutti i libri scritti da Carrisi. Ora, complice una challenge in cui si chiedeva una rilettura ci ho riprovato, mi sono detta Chissà a differenza di anni se mi fa lo stesso effetto, mi piacerà nello stesso modo, chissà. E SBAM SBAM!!!!! SI!!!! Confermo, mi è piaciuto da matti, stessa tensione, stesso ritmo, rinnovata Carrisi-dipendenza.

Oct 8, 2021, 2:22 PM