Siamo adusi a ritenere che i libri per l'infanzia mal si addicano ad individui che abbiano ormai superato la maggiore età.

"Zia... che è adusi ? Non è che volevi scrivere sudati e ti si so' incrociati i diti?"
"No, amore, stai zitto un attimo, non mi distrarre ché zia sta scrivendo una cosa seria, non puoi capire"
"Ah, vabbè, scusa"


Mi trovo dunque, prevedibilmente, a dover stroncare questo libercolo puerile, che narra di streghe, certo, ma non già con la potenza evocativa che suscita Il Bardo nel suo preclaro incipit a quella tragedia che tanto superstizioso terrore suscita tra le genti di teatro.

"Zia..."
"Che c'è?"
"Io non ho capito niente. Chi è Il Barbo? Uno degli amici di quel signore che abita qua sotto?"
"Quale, amore?"
"Quello lì che cià tutti i pirsing nelle orecchie e i capelli che sono ammalloppati che ogni tanto si sbagliano al citofono e io dico chi è e quelli rispondono 'aò aprime so' er Mattonella, ciò ddù regalini pe' tte..."
"Amore, no, ma che dici, il citofono fa cortocircuito e gracchia, chissà che avrai capito..."
"Sì però comunque zia ma come scrivi!!! Uffa!"
"Amorino, tesoro, senti, fai il piacerino a zia che è tanto impegnata, vai un attimo di là a giocare con la pleistescion..."


Le fattucchiere in questione non sono che grottesche caricature, infantili e per nulla strutturate nell'ambito mitologico-antropologico donde, fondamentalmente, tali figure provengono.
I personaggi sono altresì caratterizzati da incongruenze inverosimili (quando, o lettore, si è sentito parlare di progenitrici che incoraggino la propria discendenza a prescindere dalle necessarie abluzioni quotidiane?) e dall'attitudine a un fantasioso congetturare che nulla ha di

"Ziaaaaahhhh!"
"Ma insomma! Ma ti sembra questo il modo di saltarmi sulle gambe, così? Mi hai fatto lasciare una frase a metà"
"Zia ma tu sono tre ore che stai con quel compiuter, eddai, zia, smetti! Continui dopo!"
"Amorino mio, ma..."
"Zia..." (sguardo lucido di lacrimoni) "zia ma tu mi avevi promesso che mi raccontavi una storia!"
"Tesoro, ma... ma... a quest'ora non fanno i cartoni animati?"
"Zia ma tu avevi detto che mi raccontavi una storia e che facevi anche le vocine!"
"Ma... io... ho da fare... io..."
"Eddai..."
"E va bene... ti va di ascoltare una storia di streghe supercattivissime?"

... sorrisone...
... ci accoccoliamo sul pavimento e comincio:
"Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope. Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE, che parleremo.
..."

Aug 23, 2009, 1:52 PM

Cito:
-"I bambini non dovrebbero mai fare il bagno. E' una pessima abitudine"
-"Non importa chi sei nè che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami"

Libri come questo che mi fanno tornare piccola e fantasticare ogni tanto mi servono proprio...

Jan 20, 2008, 9:42 PM

“Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami.”

Uno dei libri più terrificanti che io abbia mai letto.
Roald Dahl conosce benissimo le nostre paure –a chi farebbe piacere essere mangiati?- e sa come far contenti i bambini tanto da dar vita ad una nonna che ritiene che un bagno al mese sia più che sufficiente per suo nipote.
Ci sono tante cose dentro questa storia di streghe implacabili ma elencarle distruggerebbe la bellezza del romanzo. E’ stato bellissimo leggerlo! E questa è la cosa più importante.
Certo che… con questo freddo… di signore con i guanti son piene le strade.
Tremate tremate ;)

Jan 7, 2012, 5:34 PM